Attenzione al giudizio
“Pensare è difficile, ecco perché la gente preferisce giudicare”.
Nell’era dell’opinione, dove tutto viene giudicato e criticato, spesso senza basi solide, un’analisi preliminare e una profonda conoscenza della situazione, le parole di Jung sono quasi profetiche. La nostra mente giudica costantemente la realtà che si presenta dentro e fuori di noi. In ogni gesto che facciamo c’è necessariamente una valutazione e quindi un giudizio. È altrettanto vero che una mente giudicante porta con sé una serie di conseguenze disfunzionali, sia nella nostra vita interiore, sia nel rapporto con il mondo circostante.
Nel giudicare spesso cerchiamo delle scorciatoie come l’uso del PREGIUDIZIO che ci permette di valutare e agire in tempi rapidi. Tuttavia, se applicato in modo superficiale e indiscriminato rischiamo di confondere le nostre opinioni con i fatti, diventando giudici incontestabili e piuttosto parziali degli altri. Questo atteggiamento impoverisce ciò che giudichiamo e noi stessi. Per evitare i danni del pregiudizio è utile riconoscere che siamo condizionati da un insieme di esperienze, aspettative, sentimenti, pregiudizi e preoccupazioni che influenzano i nostri giudizi.
Ognuna di queste variabili è una sorta di velo che, posti uno dopo l’altro, distorcono la nostra visione del mondo. Astenersi dal giudizio vuol dire sapere osservare i fatti per quello che sono con l’intenzione di capire le cause di ciò che osservo, piuttosto che definire ciò che accade semplicemente come “buono” o “cattivo”. Significa prestare attenzione, controllare l’impulso di giudicare in modo precipitoso, soppesare tutte le possibilità e approfondire le cose con razionalità ed empatia.
Non giudicare vuol dire essere consapevoli delle reazioni emotive che abbiamo nei confronti di tutto ciò che riteniamo importante nella nostra vita, evitando di cadere nella trappola di considerare i nostri valori come delle realtà assolute piuttosto che dei desideri o delle preferenze soggettive. Agire come giudici non solo ci allontana dalla realtà, ma ci impedisce anche di conoscerla e di goderne nella sua ricchezza e complessità. Ogni volta che giudichiamo qualcosa lo semplifichiamo e riducendolo alla sua minima espressione chiudiamo la porta alla conoscenza.