L’elefante nella stanza

The elephant in the room è un’espressione di origine inglese usata per indicare una verità che, per quanto ovvia, viene ignorata o minimizzata. Ignorare l’elefante significa ignorare un problema che però si nutre proprio di quell’evitamento, rischiando così di diventare insormontabile e più dannoso di quanto non sarebbe se fosse affrontato subito. Tutto ciò che neghiamo (emozioni, sensazioni, segnali del corpo, pensieri) ci domina, poiché gli permettiamo di tenerci in scacco, di rimanere sempre lì, fisso, dandogli il permesso di bloccarci e definirci.

Ognuno di noi può aver vissuto l’esperienza dell’elefante nella stanza: a livello individuale, di coppia, familiare e/o sociale. Le ragioni che spingono a non voler vedere l’elefante possono essere diverse: il timore di esporsi, la paura di incrinare un equilibrio, di perdere la relazione con l’altro, l’incapacità di comunicare i propri pensieri e le proprie emozioni, la preoccupazione delle conseguenze, la necessità di proteggersi, … Tuttavia, per quanto questi motivi siano validi e comprensibili, rimandare l’inevitabile non farà sparire l’elefante, né ridurrà la sua importanza.

Evitare il problema (il rapporto con qualcuno, un errore commesso a cui riparare, una criticità al lavoro, …) condiziona la nostra vita, perché per quanto ci sforziamo di non pensarci, in realtà diventa un chiodo fisso, ma soprattutto perché lasciare le questioni aperte costa molta più fatica che prendere in mano la situazione e gestirla. E allora come fare? Paradossalmente il modo migliore per far sparire l’elefante è quello di permettergli di esistere, riconoscerne la presenza, fargli spazio. Solo quando accettiamo di averlo di fronte possiamo guardarlo in faccia e capire cosa farne. È importante prendere atto della situazione, individuare di cosa si tratta e dargli un nome.

Questo è il primo passo per ridurne l’entità e il peso. Possiamo, quindi, provare ad ascoltarlo per capire qual è il messaggio che porta con sé; entrare in contatto con il problema ci permette di conoscerci meglio. Infine, accompagnarlo con gentilezza fuori dalla stanza, ovvero trovare la via d’uscita dalla problematica. In base a ciò che avremo compreso di noi stessi, della situazione e delle eventuali altre persone coinvolte, potremmo scegliere se intervenire per risolvere o lasciar andare. Di fatto, non esistono elefanti invisibili, ma solo persone che non vogliono vederli.

È una psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale, mediatore familiare e terapeuta E.M.D.R. Svolge la libera professione a Jesolo, oltre all’attività di consulenza e terapia rivolta al singolo, coppia e famiglia, si occupa di formazione in collaborazione con Enti pubblici e privati. Si occupa anche di supervisione e coordinamento di strutture per l’infanzia 0-6 anni. Per scrivere a Petra Visentin: petravisentin@gmail.com

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