Scegliere di amarsi

Nell’era dei selfie e del culto dell’immagine piacersi è un atto rivoluzionario. Amare se stessi non è sinonimo di narcisismo o egoismo, ma piuttosto saper riconoscere il proprio valore e prendersi cura di sé con gentilezza e rispetto. È un aspetto cruciale per la salute mentale e fisica. L’amore verso sé stessi non è semplicemente una sensazione di benessere, è un’azione, ma soprattutto è una scelta. Quando NON ci prendiamo cura di noi stessi ci si priva del piacere di vivere il presente e si perde il controllo sulla propria vita, compromettendo la capacità di connettersi con noi stessi e con gli altri.

In tali momenti possiamo sviluppare un senso di inadeguatezza e finire in un vortice di emozioni negative. Spesso si sente dire che è importante accettarsi per ciò che si è; tale ragionamento è vero solo in parte. La perfezione non esiste e cercare a tutti i costi di raggiungerla sarebbe estenuante e inutile. Diversamente, dobbiamo accettare di avere dei difetti e delle caratteristiche che non possono essere cambiate e che, per questo, vanno accettate così come sono.

Questo vale per alcune peculiarità fisiche o per alcuni aspetti della propria personalità che, anche se possono essere armonizzati, non possono essere totalmente modificati. In questi casi bisogna accettarsi per quello che si è, imparando a valorizzare gli elementi positivi e ad accogliere anche quello che non ci piace, gestendolo nel modo migliore possibile. Tuttavia, per la maggior parte delle cose è possibile apportare dei cambiamenti che possono farci stare meglio raggiungendo obiettivi per noi importanti. Nel processo di cambiamento la FORZA DI VOLONTÀ è basilare rappresentando la benzina che ci alimenta, che ci spinge verso la ricerca di soluzioni, che ci aiuta a mantenere stabili piccoli traguardi in vista di un grande obiettivo e consapevolizzare l’idea che “possiamo farcela” anche quando il gioco si fa duro.

Prendersi cura di sé stessi è, forse, la cosa più difficile da fare, eppure quando cominciamo a farlo a goderne non siamo solo noi ma anche chi ci sta attorno. Un po’ come succede alla protagonista del romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale dove, su indicazione della terapeuta, per dieci minuti al giorno prova a fare una cosa nuova, una qualsiasi, mai fatta prima. Questo esercizio, nella sua banalità apparente, innesca tutta una serie di cambiamenti esterni, ma soprattutto interiori.

È una psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale, mediatore familiare e terapeuta E.M.D.R. Svolge la libera professione a Jesolo, oltre all’attività di consulenza e terapia rivolta al singolo, coppia e famiglia, si occupa di formazione in collaborazione con Enti pubblici e privati. Si occupa anche di supervisione e coordinamento di strutture per l’infanzia 0-6 anni. Per scrivere a Petra Visentin: petravisentin@gmail.com

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