Senza paura non può esserci coraggio

“Che cosa sarebbe la vita, se non avessimo il coraggio di correre dei rischi”

Vincent Van Gogh

A chi non è mai capitato di trovarsi davanti ad una sfida, storie d’amore, occasioni o semplici attività di vita quotidiana e, all’improvviso, sentire una voce dentro esclamare “Non ce la puoi fare!”. Una voce sleale, impertinente comincia a risuonare come un incessante eco nella testa, costringendoti a fare i conti con paure e fragilità. Molte volte ci sentiamo piccoli, ci sembra di non farcela, di dover affrontare situazioni di fronte alle quali ci sentiamo fragili e indifesi.

Troppo grosse, o rischiose, o dolorose e ci sembra di non averne la forza. Poi andiamo avanti e qualche volta riusciamo in quell’obiettivo. Altre volte no, perché ci fermiamo di fronte alla sensazione di fragilità che ci sovrasta. Ed è proprio questa sensazione assieme alla vocina subdola a fregarci. Non la nostra fragilità, ma la sensazione che ci portiamo dentro, che non ha bisogno di essere realistica per agire come deterrente. Forse è vero che siamo fragili, che potremmo non farcela e fallire.

Ma il vero problema è quando la paura diventa un motivo per fermarci, per non andare avanti. È quando decidiamo di dimenticarci di noi, di non agire che falliamo davvero.

Ogni volta che parte la feroce autocritica, sembra che la mente si attivi per trovare prove che sostengano la convinzione di non essere in grado, ignorando tutto ciò che dimostrerebbe il contrario. In tal modo, troviamo una valida motivazione per stare in blocco nel paradossale tentativo di mettere a tacere la costante ansia dettata dalla paura di fallire. Questa modalità di pensiero spegne la capacità di accedere alle soluzioni. E, come in una vera profezia che si avvera, più non agisci più continuerai a essere bloccato, a sentirti incapace di agire e di trovare soluzioni. Una vera trappola mentale caratterizzata dal “qualunque cosa faccia, è inutile, sono in errore, farò una brutta figura, …”. Tuttavia, nonostante i blocchi e le trappole mentali che abilmente ci creiamo, possiamo diventare di nuovo padroni delle nostre azioni e della nostra vita se impariamo a riconoscere la paura di non farcela e a gestirla.

Occorre imparare a essere più tolleranti con se stessi, non giudicarsi, darsi più valore, avere il coraggio di fare scelte, di essere imperfetti, il coraggio di mostrarsi come siamo. È importante imparare a considerare i pensieri che compaiono quando siamo più vulnerabili come espressione di un quadro generale di malessere (esattamente come la febbre è un sintomo di influenza) e non come dati di fatto e verità assoluta su di noi. La paura ci accompagna sempre e le persone coraggiose convivono con la paura, non la eliminano mai del tutto. Il coraggio non è l’assenza di timore, al contrario: avere coraggio significa avere o aver avuto paura. È facile fare qualcosa se non ti spaventa, allora dov’è la sfida? Nessuno è senza paura. Chi è davvero coraggioso affronta le sue paure ogni giorno e le vince grazie alla sua forza d’animo. Nessuno di noi è immune al disagio, alla vergogna, alla vulnerabilità, all’insicurezza, ma è bene ricordare che ciascun essere umano ha delle paure e le paure di un altro potrebbero essere insignificanti o incomprensibili per te.

E allora quando ci sembra di non farcela, facciamo un piccolo gesto. Uno solo. E poi un altro. E poi un altro ancora.

Senza pensare al passo che abbiamo appena fatto, o a quello che ci aspetta dopo. Facciamo solo quel piccolo passo di quel momento preciso. Con pazienza, con coraggio. Solo quel piccolo passo, uno alla volta. Quando compi il primo passo è sempre meno terribile di quanto sembrava. È questo il vero coraggio. Questo significa essere eroi. Nella vita di tutti i giorni, fare quel piccolo passo quotidiano.

È una psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale, mediatore familiare e terapeuta E.M.D.R. Svolge la libera professione a Jesolo, oltre all’attività di consulenza e terapia rivolta al singolo, coppia e famiglia, si occupa di formazione in collaborazione con Enti pubblici e privati. Si occupa anche di supervisione e coordinamento di strutture per l’infanzia 0-6 anni. Per scrivere a Petra Visentin: petravisentin@gmail.com

Start typing and press Enter to search