Alessandro Negrini. «Con il nudo artistico scatto foto senza tempo»

Le sue foto presenti nel prestigioso catalogo Mondadori. Jesolo uno dei set preferiti per i suoi scatti

Le sue foto a tinte forti sono ormai un must sui social. I suoi scatti sono arte e i set, spesso in ambienti naturali e all’aperto, come la spiaggia, ne diventano la cornice ideale. Alessandro Negrini, o “alexnerophoto”, come si firma su Instagram, ha molti volti noti tra i suoi protagonisti e si è anche tolto la soddisfazione di vedersi inserito nel prestigioso catalogo dell’arte moderna di Mondadori.

Che effetto ti fa essere presente in questo catalogo?

«È il coronamento di circa 30 anni di rapporto con la fotografia. Ho iniziato come assistente ad un altro fotografo. Da circa dieci anni ho iniziato a fotografare in maniera professionale, gli ultimi tre dei quali considerando la fotografia come una forma d’arte da esternare al mondo anche utilizzando i social Network».

Come diventa arte una fotografia?

«Nel momento stesso in cui si riesce a creare un significato rispetto al supporto fisico. Il supporto può essere un quadro, una scultura, un foglio di carta scritto: se questo significato viene caricato a livello polisemico di altri significati che s’intrecciano, allora si riesce a dare a un oggetto inanimato un significato anche a livello artistico nel quale ogni fruitore trova una sua dimensione, un suo significato e una sua visione».

Le tue foto come possono essere definite?

«Scatto principalmente ritratti, anche a personaggi noti. Arrivo fino al nudo artistico passando per il glamour, il boudoir e il trash, soprattutto se c’è una buona sintonia con la persone che ho di fronte. Nel nudo artistico cerco una combinazione con il mondo circostante, che può essere un interno o nella natura, è una foto che riesce ad incastrarsi meglio e ad avere una osmosi migliore. Nel momento in cui usi degli ornamenti sulla modella, per esempio un accessorio o una acconciatura, determini già una connotazione nel mondo, il nudo artistico invece è senza tempo».

Uno dei soggetti preferiti è tua moglie Claudia Marazzato, nei social conosciuta come Agatha De Vil..

«Ci siamo conosciuti 25 anni fa a Bologna durante il casting del film Jack Frusciante è uscito dal gruppo, sono 25 anni che la fotografia ci lega. Mia moglie è uno dei soggetti principali: è la più scattata, è la mia musa ispiratrice».

Come scegli le modelle?

«Fotografo donne maggiorenni, dai 20 vent’anni ai 60, non c’è una selezione. Scatto una persona che vuole raccontare qualcosa».

Cosa in particolare?

«Uno stato d’animo. Può essere anche una forma di esibizionismo, oppure un modo per aumentare la propria sicurezza o per farsi vedere dagli altri sotto un occhio diverso. Cerco di dare più sfaccettature alle persone che fotografo: non faccio solo il bianco nero o il colore, oppure solo scatti di ritratto o boudoir, ma cerco di dare un’immagine a 360 gradi di quella persona che fa la modella o fa finta di esserlo per un giorno. La scelta è istintiva, non c’è una strategia legata alla bellezza o alla capacità di posare e nemmeno a determinate caratteristiche fisiche».

Com’è il rapporto con Jesolo?

«È diverso l’approccio del nudo artistico rispetto all’Emilia, inizialmente nel panorama veneto questa attività creava scalpore. In un primo momento mi sono trovato in difficoltà a individuare degli spazi per potere sviluppare la mia fotografia. Io non ho mai fatto vergogna e mistero di quello che facevo, piano piano il territorio ha riconosciuto il mio lavoro e degli hotel mi hanno dato degli spazi: quelle fotografie, poi, sono finite in mostre importanti, anche a Miami. Ho fatto anche delle foto in spiaggia con il patrocinio del Comune. Anche questo è un modo per far conoscere Jesolo. Nel 2020 ho avviato una collaborazione con il Maxim, ho potuto fotografare modelle ma soprattutto gli scatti sono avvenuti in location per me nuove, altamente suggestive. Vale poi la pena ricordare che a settembre 2019 abbiamo fatto un evento con uno slogan preciso: “Jesolo da città del selfie a capitale dello shooting»

L’evento è riuscito?

«Si, ci sono stati partecipanti da Berlino, Londra, New York, Rimini e ovviamente Jesolo».

È un’iniziativa che può essere replicata?

«Nel 2020 abbiamo organizzato lo Jesolo Latex Fashion. È una piccola goccia nel mare per permettere di sviluppare delle nicchie in grado di valorizzare la città, in questo caso con la fotografia. Replicheremo l’iniziativa il 15 maggio con 11 modelle, ovviamente nel rispetto delle normative anti-covid».

La location più suggestiva in cui hai fotografato?

«La Laguna del Mort, perché è uno spazio poco sviluppato a livello turistico che ti offre una natura incontaminata, permettendoti di scattare nudo integrale senza problemi».

E quella in cui ti piacerebbe scattare?

«Ho organizzato shooting in tutta Italia, mi piacerebbe farne uno a Roma di circa 10 giorni. Dopo Jesolo mi piacerebbe potenziare le situazioni a Venezia, soprattutto interne».

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