Francesco Pannofino: Chi è io?

È uno dei più grandi doppiatori italiani, attore di cinema, televisione e teatro ed in questo periodo è in teatro il suo nuovo spettacolo. Noi l’abbiamo incontrato al Teatro Vivaldi. E Pannofino mette subito le cose in chiaro: «Con l’umorismo si vive meglio!».

È più bello fare cinema, teatro, televisione o doppiaggio?

«Mi piace diversificare stili di lavoro diversi. Il teatro mi piace perché mi dà il contatto col pubblico».

Quando ha capito che la sua voce aveva qualcosa di speciale?

«Ancora non l’ho capito! Mi sono semplicemente accorto che ero adatto a fare questo lavoro, che mi piaceva; ma ancora oggi tratto malissimo la mia voce e dovrei decidermi a fare una vita più sana».

Qual è stato il doppiaggio più difficile?

«Senza dubbio il cartone “Mucca e pollo”. Io facevo il diavoletto rosso e dovevo sempre cambiare voce molto velocemente».

A quale attore che ha doppiato è più affezionato?

«Sicuramente Denzel Washington e George Clooney. Penso che con loro tra poco faremo un processo di parentela».

Li ha mai incontrati?

«George l’ho sentito al telefono, voleva farmi i complimenti per la voce».

A quale personaggio interpretato è più legato?

«Rene Ferretti della serie “Boris”, è un personaggio insuperabile».

Si parla sempre di più di intelligenza artificiale, anche applicata al doppiaggio. Secondo lei potrà mai sostituire una voce umana?

«La tecnologia in questo settore fa passi da gigante e non si può fermare, penso che nel doppiaggio vada seriamente regolamentata già da adesso».

Parliamo di “Chi è io?”: cosa significa?

«È una domanda esplicativa che ci aiuta a conoscere meglio noi stessi. Riguarda un uomo che è in pericolo di vita e rivede, in brevi flash, tutta la sua esistenza».

C’è qualcosa di Francesco in Leo Mayer, il protagonista?

«No, niente! Non faccio lo psichiatra e non vivo drammi così profondi. Mi piace interpretare personaggi molto lontani da me. Però, in alcune parti di questo spettacolo tutti ci possiamo ritrovare».

Com’è recitare insieme a sua moglie e a suo figlio?

«È un’esperienza bellissima, è la prima volta che siamo su un palco tutti e tre. E poi non devo chiamare nessuno a casa, finito lo spettacolo».

Quando siete a casa, cosa vi piace vedere in televisione?

«Abbiamo gusti molto diversi, a mia moglie piacciono i film in bianco e nero e degli anni ‘50, io preferisco le partite, i telegiornali e i documentari. I film non riesco a vederli a casa, mi piace andare al cinema».

Lei è più tipo da città, mare o montagna?

«Abito a Roma per comodità e per la famiglia, ma mi piace molto il mare».

Non potrebbe vivere senza…

«Vino! Moderatamente… E qui da voi si beve bene».

Quanto conta l’umorismo nella sua vita?

«Moltissimo. Per me è un compagno di vita, da sempre, anche nelle cose brutte. Con l’umorismo si vive meglio».

Progetti futuri? 

«Porteremo avanti questo spettacolo per qualche stagione, nel frattempo sto facendo una rubrica che si chiama “Teatro della Politica” nel programma “Tango” su Rai2».

“Chi è io?”

È una commedia teatrale divertente e metafisica. “Chi è io?” è la domanda rivolta al protagonista Leo Mayer che lo costringe a ripercorrere alcuni momenti della sua vita come in un sogno, accompagnato dalle persone che ama e che lo amano.

Intellettuale, ironico pensatore, critico raffinato e sarcastico della società, si trova nel tritacarne trash di un’ospitata televisiva in cui tutto viene fuso e mischiato.

Leo Mayer rivive la propria esistenza con spostamenti della credibilità, verosimili ma non veri, in cui tutti i personaggi incontrati abitano la realtà, la fantasia e l’inconscio.

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