Gian Maria Maitan è il miglior sommelier italiano Fisar

Jesolano, 32 anni e una laurea in Commercio Estero, ha conquistato il titolo lo scorso ottobre

Diventare il migliore sommelier italiano a soli 32 anni è già un traguardo. Conquistare il titolo avendo alle spalle un percorso apparentemente lontano da cantine e vigneti, assume i contorni dell’incredibile, dello straordinario. Eppure è accaduto allo jesolano Gian Maria Maitan, una laurea in Commercio Estero a Ca’ Foscari, che alla fine di ottobre è stato eletto Miglior Sommelier dell’Anno Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori)

Gian Maria, che effetto fa essere il miglior sommelier d’Italia?

«Straordinario, ovviamente, certamente anche inaspettato considerato che il mio approccio a questo mondo è relativamente recente»

In che senso?

«Il vino, la degustazione e la curiosità di saper riconoscere le sue qualità organolettiche sono da tempo una mia grande passione, ma mi sono avvicinato al mondo Fisar solo nel 2019, prima della pandemia: a maggio di quest’anno ho portato a termine il corso per sommelier e da lì è iniziato tutto».

Ci racconti del concorso?

«Lo scorso 10 ottobre mi sono classificato secondo nella selezione Nordest, piazzamento che mi ha permesso di partecipare alla fase finale che vedeva la partecipazione degli otto migliori sommelier italiani: due del Nordest, due del Nordovest, due del centro Italia e due del Sud. La mattina la prova scritta, nel pomeriggio le prove pratiche e orali, con degustazione e mescita. Com’è finita, ora lo sapete tutti…»

Com’è nata questa tua passione?

«Dall’amore per il vino e dal desiderio di saperlo raccontare, una passione nata più dalle mie esperienze all’estero che in Italia. Sembra un paradosso, ma è così, ormai viaggio solo programmando visite alle cantine; pensa che alla finale del concorso ho parlato soprattutto di vini portoghesi e dei grandi classici di Sudafrica, Nuova Zelanda, Cile e Francia».

Scusa, ma i vini italiani?

«Ovviamente siamo tra i top al mondo, non a caso all’orale del concorso ho parlato anche della produzione del Collio, anche se devo dire che oggi sono molto concentrato sui vini piemontesi. E poi essere nato e cresciuto nel Veneto è stato sicuramente fondamentale per coltivare questa mia grande passione: le nostre terre sono segnate da una storia vitivinicola a dir poco straordinaria».

Il tuo futuro da sommelier?

«Mi piacerebbe rimanere in questo mondo, magari fare il selezionatore, il degustatore professionista. Come ci arriverò, sinceramente, ancora non solo so, è successo tutto così in fretta…»

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