I mori a Venezia
Poco distante dal ghetto ebraico, nel sestiere di Cannaregio, campeggiano, agli angoli di Campo dei Mori, delle statue con abiti e copricapo orientaleggianti. Ebbene, si tratta dei fratelli della famiglia Mastelli (proprio quelli che hanno fatto costruire il palazzo adiacente, palazzo Mastelli appunto, dove si nota un cammello di pietra sulla facciata). Essi venivano chiamati “I Mori” poiché provenivano dalla Morea, la vecchia provincia dell’impero bizantino. I fratelli erano tre ma le statue sono quattro perché una rappresenta un loro servitore, ed erano famosi per essere dei commercianti molto abili ma davvero poco onesti, dei veri maestri della truffa. Un giorno una signora molto religiosa, che fu vittima di una loro raggiro, pregò Maria Maddalena affinché lanciasse su di loro una maledizione.
Santa Maria Maddalena accolse la preghiera e si presentò dai fratelli fingendosi un’acquirente di stoffe. Loro esordirono dicendo “Possa il Signore trasformarci in pietra se questa non è la miglior stoffa di Venezia”; ovviamente non era così e, dunque, i fratelli (insieme al servitore) si trasformarono in statue di pietra. Una di queste statue, il sior Rioba, che è posizionato proprio sull’angolo, nel secolo scorso perse il naso di pietra e fu rimpiazzato con uno di ferro, che si dice porti fortuna a chi lo tocchi; quindi, non vi resta che trovare la statua e toccare il naso. Ma, attenzione, perché non è proprio alla portata di tutti. Se, dopo la ricerca, avete camminato molto e vi è venuta fame, andate a provare i cicheti di “El Timon”, a pochi passi su Fondamenta della Misericordia.
