I tesori nascosti di Venezia… con Serena
Venezia, si sa, è una città che va scoperta perdendosi nel suo dedalo di calli e campielli. Tanto, come dico sempre, è facile: il centro storico è molto concentrato e, quando si iniziano a vedere automobili, significa che si deve tornare indietro perché ci si sta allontanando troppo.
Ci sono, però, alcuni tesori che sono nascosti agli occhi del turista distratto, o a chi è intento a studiare una mappa e cercare un percorso predefinito. Ecco perché, almeno una volta nella vita, vale la pena seguire un tour guidato per scoprire dei tesori nascosti.
CALLE VARISCO
La calle più stretta di tutta la città. Pensate, misura solo 52 centimetri di larghezza. La si attraversa solo in fi la indiana e porta ad una minuscola corte che si affaccia su un rio.
IL LUOGO DOVE SAN MARCO APPRODÒ DA VIVO
Inglobata nel convento di San Francesco della Vigna sorge una piccola cappella, a memoria del luogo dove l’evangelista trovò riparo durante una tempesta, quando Venezia appariva ancora come uno sparuto gruppo di isole spoglie e lì un angelo gli apparve in sogno pronunciando queste parole “pax tibi marce evangelista meus , hic requiescet corpus tuum , parole che, con una grossa operazione di marketingla Serenissima trasformò nel suo emblema (pace a te Marco evangelista mio, qui riposerà il tuo corpo).
IL PIÙ GRANDE DIPINTO SU TELA AL MONDO
Nella chiesa di San Pantalon, nel sestiere di Dorsoduro, a pochi passi dall’affresco che Banksy ha lasciato a Venezia durante la Biennale del 2019, è conservato il dipinto su tela più grande del mondo. Si tratta del “Martirio di San Pantalon”, opera dell’artista Antonio Fiumani, specializzato nelle scenografie teatrali, che qui è sepolto. La semplicità della facciata contrasta con la maestosità degli interni, da vedere!
IL GRAFFITO DELLA PANTEGANA
Vicino all’approdo dell’ex traghetto di San Felice, su una colonna appare un curioso graffi to che rappresenta un ratto e, sopra, dei numeri romani indicano una data: 1644. Sappiamo che Venezia ha dovuto fronteggiare nei secoli molte epidemie di peste; due fra le più cruente furono quella del 1570 e quella del 1630. Il 1644 è abbastanza vicino alla seconda epidemia e furono proprio i ratti che arrivavano con le galee veneziane a portare la peste. Tuttavia, non si è ancora chiarito il nesso fra questa data e il graffito.
VI RICORDO LE DATE DEI PROSSIMI TOURS
• 12 Agosto “Tramonto a Lio Piccolo in bici”
• 14 Agosto “Abbazia di San Giorgio e labirinto di Borges”
• 21 Agosto “Insolito bacaro tour, la storia del vino a Venezia”
• 28 Agosto “Aperitivo e giro in laguna sud in bragozzo “
• 29 Agosto ”Misteri e leggende a Cannaregio”
• 12 Settembre “Visita notturna alla basilica di San Marco