La fisica che ci piace
Una laurea in fisica, docente alle superiori, presente su tutti i canali social con due milioni di persone che, in tutta Italia, seguono le sue lezioni online. Lui è il professor Vincenzo Schettini. Lo abbiamo incontrato durante il Festival Aqua, in piazza Mazzini.
Vincenzo, cosa rispondevi alla domanda “cosa vuoi fare da grande”?
«Rispondevo che volevo seguire le orme di mamma e fare il prof! Poi ero anche attratto dal mondo dello spettacolo, per questo ho studiato musica e creato un gruppo gospel!».
Che docente sei in classe?
Sono un docente autorevole e non autoritario. Mi faccio rispettare senza alzare la voce. Quando spiego c’è una sorta di concentrazione su di me, i ragazzi hanno piacere di seguire la mia lezione. Nei momenti di pausa mi piace condividere situazioni di goliardia con i miei ragazzi».
Cosa pensano i tuoi colleghi di questa tua idea vincente?
«Ci sono due grossi gruppi: la stragrande maggioranza è dalla mia parte, sono felici di me e mi vedono come un innovatore. Poi c’è una piccola percentuale di docenti ancorati al passato che considerano questo carattere divulgativo della materia come un modo banale e troppo amichevole di approcciarsi alla classe».
Cosa piace così tanto di te?
«Piace il mio modo di essere rilassato nel fare le cose, non le costruisco, io mi apro, poi il mio sorriso, e di certo i miei capelli perché mostrano quella sorta di “ribellione gentile”»
Come vedi i giovani di oggi?
«Li vedo incuriositi dal futuro ma anche intimoriti e piuttosto disorientati perché oggi c’è un’abbondanza di informazioni, di possibilità, di consigli che li bombarda quotidianamente ».
Come ti immagini la scuola del futuro?
«Non più chiusa tra quattro mura, ma aperta e attenta ai cambiamenti e alle grandi chance che ci riserva il futuro. Fioriranno questi tipi di scuole e anche di insegnanti che seguiranno questo modello, perché il mestiere dell’insegnante non si può ridurre a diciotto ore frontali in classe, ma è un lavoro che occupa tutto il giorno, tutta la settimana, sei costantemente ispirato».
Ti piace di più insegnare in classe o online?
«In classe mi piace avere gli alunni davanti, da guardare negli occhi, c’è un rapporto umano che non può mancare. Online ti liberi di tutte le cose inutili come le carte da compilare, le riunioni spesso inconcludenti, i chilometri da fare in macchina. Online poi sono libero dai voti».
Un esperimento che possiamo provare a casa?
«Prendete un foglio di carta e dividetelo a metà, fate cadere questi due pezzi identici che arriveranno a terra insieme. Poi rifatelo accartocciando uno dei due fogli. Cosa succede? Il foglio accartocciato arriva prima. Ciò dimostra la potenza della forza d’attrito viscoso».
Programmi per queste vacanze?
«Avrei voluto programmare delle vacanze più tranquille ma ho tanto lavoro! Non mi dispiace, sono abituato a lavorare. Farò molti eventi live in cui incontrerò i miei “lovvini” per parlare della meraviglia della fisica che ho descritto nel mio libro “La fisica che ci piace”».