LA NUIT EN ROSE
Rose Villain apre la nuova edizione di Suonica Festival. Appuntamento a giovedì 18 luglio, alle 21, al Parco Pegaso. Ad aprire il concerto il duo rock di Jesolo, Astromare.
Rose, il tour estivo ti riporta sul palco: emozionata?
«Non vedevo l’ora di tornare sul palco per portare, per la prima volta live, il nuovo album, Radio Sakura».
Che novità porti in questo tour e che vedremo a Jesolo?
«Per la prima volta in questo tour estivo (ma la cosa varrà anche per le date nei club di ottobre), avrò al mio fianco una band al completo. Insieme a me ci saranno Francesco Ferrini, membro originale dei The Villains, la mia prima band di Los Angeles, Andrea Gamba dei Daykoda e Andrea Dominioni, anche lui bassista per questo progetto di musica elettronica davvero molto forte».
Ne stai parlando con entusiasmo…
«Sì, perché con loro si è creata una bellissima sintonia e siamo pronti per spaccare tutto!»
Cosa provi quando ti esibisci?
«Fare concerti mi dà sempre la sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto. I miei concerti sono veri e propri show in cui racconto storie, anche la mia».
In questo tour, la possibilità di ascoltare i nuovi successi di “Radio Sakura”: ce lo racconti?
«Radio Sakura è un disco intimo e crudo. L’amore che ho ricevuto mi ha permesso di fiorire e mi ha spinto a cercare di diventare l’artista che ho sempre desiderato essere. Se “Radio Gotham” rappresentava visivamente dei nuvoloni scuri, questo secondo capitolo è il raggio di sole che emerge dietro quelle nubi».
Quindi, come lo potremmo definire?
«È un disco di speranza: anche se affronta temi pesanti, lo fa sempre cercando di trasmettere una sensazione di miglioramento».
Cosa rappresenta per te?
«Con questo disco mi sono sentita più libera che mai di essere fragile, irriverente, ambiziosa e con questa musica, per me la migliore che ho mai scritto, sono fiorita nell’artista e donna che sognavo di essere».
Cos’è per te la musica?
«La musica è il mio luogo di sfogo: se tutto quello che sento e penso lo tenessi dentro, sarei una persona molto diversa, molto più tormentata. Tutti dovrebbero avere un canale di espressione, di comunicazione di quello che hanno dentro, perché è una salvezza. Ecco, posso dire senza retorica che per me la musica è una salvezza e lo è anche per tanti che la ascoltano senza farla».
Cosa raccontano le tue storie?
«Le storie che racconto e che raccontano altri artisti sono le storie di molte persone e, fin da bambina, riconoscermi in una narrazione m’ha fatto stare meglio, m’ha fatto sentire meno sola».