L’archeologa: Silvia Cadamuro

Jesolana, si occupa degli scavi del Monastero di San Mauro. È stata uno degli esperti intervenuti al TEDx

È stata, lo scorso maggio, tra i relatori della prima edizione di TEDxJesolo, format mondiale che ha l’obiettivo di ospitare pensatori, esperti e innovatori in grado di ispirare con la loro visione della vita e del mondo. Lei è la jesolana Silvia Cadamuro e di professione fa l’archeologa: insomma, è impegnata in un mestiere dove studi (per anni) e ti impolveri le mani alla ricerca di un passato lontano che, in apparenza, la storia sembra aver cancellato. Ma in realtà, per fortuna, è solo una parvenza, una sembianza senza verità. A raccontarlo è proprio Silvia durante il TEDx. «Le persone si fanno un’idea particolare dell’archeologo, c’è chi lo immagina come uno studioso con il pennellino e chi invece pensa ad una sorta di avventuriero stile Indiana Jones”.

“In realtà – aggiunge – l’archeologo non è nessuna di queste cose: io negli scavi ho fatto la lavastracci, la scribacchina, la reggitelo per fare ombra durante gli scatti delle foto e tante altre cose. A volte ho lavorato con il fango fino alle ginocchia perché chi ha scelto di fare questo mestiere si deve adattare a situazioni ed ambienti spesso molto difficili». Da circa 10 anni Silvia, che collabora con l’Università di Ca’ Foscari, con le colleghe Alessandra Cionciosi e Anita Granzo lavora sugli scavi di Jesolo ed in particolare su quello del Monastero di San Mauro. «E lavorare – assicura – dove sei nata e cresciuta per scoprire cosa nascondono questi terreni, è un esperienza davvero fantastica ».

Una passione, la sua, nata quando aveva 6 anni. Era in prima elementare e un giorno la maestra accompagnò la classe a visitare le Antiche Mura che al tempo erano in una situazione quasi surreale: nessuno scavo, ma in compenso molte galline che scorrazzavano libere tra i resti. Ma tanto bastò per accendere la scintilla: quella mattina decise che da grande avrebbe fatto l’archeologa.

«Archeologia – racconta ancora Silvia nel suo intervento – vuole dire studio dell’antico, ma il significato di antichità è molto ampio: per alcuni si tratta di rinvenimento di oggetti di pregio, per altri di studio di rovine. Nel nostro caso, cerchiamo di ricostruire i vari passaggi evolutivi, siano essi opera della natura o dell’uomo, e recuperare tutte le informazioni possibili che possono riguardare la cultura, l’economia, perfino lo stile di vita e le abitudini a tavola». «È difficile – conclude – trovare le parole per spiegare l’emozione che si prova nello scoprire le nostre radici, ancora oggi, dopo tanti anni, di fronte alla scoperta mi commuovo. E, credetemi, lo sguardo incredulo di adulti e bambini quando vengono a vedere lo scavo ha qualcosa di incredibile».

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