Le mille anime del centro storico
C’è uno scorcio di Jesolo, a pochi chilometri dalla spiaggia, tutto da scoprire. E a misura d’uomo. È il Centro Storico, simbolo della tradizione e luogo immerso tra storia, natura e cultura in equilibrio con alcune rappresentazioni come per esempio la chiesa di San Giovanni Battista, in piazza Matteotti, o il sito archeologico di via Antiche Mura che conserva, tra i tanti reperti, i resti della Cattedrale di Santa Maria e quelli del Monastero altomedievale di San Mauro. La storia, certo, ma anche i colori dello shopping e i sapori della proposta enogastronomica. E poi il mercato settimanale del venerdì, in piazza Kennedy, ed alcuni grandi eventi come la Festa di Primavera e la Festa d’Autunno.
Le tante anime del Centro Storico rappresentano anche l’occasione di vivere una giornata a contatto con la natura immersa tra il fiume Sile e la laguna con percorsi collegati da una rete di piste ciclabili che consente di ammirare luoghi carichi di fascino, da vedere assolutamente. Uno di questi è via Cristo Re che dall’altezza di Torre Caligo – resti dello storico presidio eretto da veneziani intorno all’anno 1000 a guardia delle acque – permette di arrivare fino a Cavallino costeggiando la Laguna Nord. Un’atmosfera davvero incredibile. Si parte attraversando il ponte della Vittoria, proprio davanti alla chiesa di San Giovanni Battista, e la sensazione è quella di essere sospesi tra due acque, quella del fiume e quella della valle.

LA LEGGENDA, LA CHIESETTA DI CRISTO RE E LA CREDENZA POPOLARE
Si narra che nella seconda metà del 17° secolo un contadino stesse arando una zona di terra tra la Piave Vecchia e le valli jesolane. Ad un certo punto i buoi si bloccarono e il contadino cercò inutilmente di farli proseguire. Allora fece arretrare gli animali e vide affiorare dalla terra un crocifisso, lo raccolse e in sella al suo asino raggiunse la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, nel vicino centro cittadino. Consegnò il Cristo al parroco, che lo depose in un armadio nella sagrestia. Il giorno dopo il contadino riprese a lavorare da punto in cui si era fermato il giorno prima: i buoi dopo pochi passi si fermarono di nuovo e il contadino vide un altro crocifisso, identico a quello del giorno prima. Subito corse dal parroco, il quale pensò di metterlo nell’armadio della sagrestia insieme al Cristo ritrovato il giorno prima. Appena aprirono l’armadio, con grande stupore videro che non c’era più.
Da quel giorno la voce del miracolo si diffuse per tutto il paese. La nobile famiglia Zen, allora proprietaria di quelle terre, fece erigere una piccola cappella in onore del Cristo proprio nel punto in cui era stato ritrovato. Non a caso la via che collega il Centro Storico alle porte di Cavallino oggi si chiama Cristo Re. La chiesetta che si vede oggi non è l’edificio originario del 17° secolo, ma uno costruito nello stesso punto nel 1964. Oggi ne è custode la famiglia Montagner, proprietaria del terreno, e qualche anno fa è stata risanata grazie alla generosità di alcune famiglie jesolane. Tutti gli anni si ricorda l’evento l’1 maggio con una Santa Messa che viene celebrata all’interno della chiesetta. Al termine, il sacerdote porta il crocifisso fino alle rive del fiume Sile benedicendo la borgata.
