«Siate ciò che mangiate»
Lo chef stellato elogia il progetto Taste Jesolo che promuovere il territorio con la gastronomia
Metti una cena con Carlo Cracco. A base di distillati. Nella splendida cornice del Marcandole al Mare (TerrazzaMare della zona Faro), il noto chef stellato è stato protagonista di una serata a base dei suoi nuovi prodotti: il Gin Organico, il Limoncello Organico e l’Amaro Bianco Organico. Ed è stata l’occasione per parlare di cucina, giovani, enogastronomia come occasione di promozione turistica.
Chef, è strano averla a cena per dei distillati: da dove nasce questa progetto?
«I distillati sono una parte della gastronomia, del territorio dove noi operiamo; a tavola c’è il cibo, è vero, ma anche i vini, i liquori e così via. Nel mio ristorante capitava spesso di ricevere la richiesta di poter chiudere il pranzo o le cene con un amaro o un limoncello. Il mercato offre buoni prodotti che non rispecchiano a pieno la mia concezione di drink per il fine pasto».
E’ vero che il lockdown ha in qualche modo aiutato per terminare questo progetto?
«Diciamo che, durante questa chiusura forzata, con un po’ più di tempo a disposizione abbiamo potuto ragionare sui dettagli e i particolari del servizio. Abbiamo, poi, dovuto attendere due anni per essere completamente pronti; però, come si dice, bisogna sempre prendere ciò che di meglio ci viene dato».
Tra i tre qual è stato il più difficile da realizzare?
«Forse, paradossalmente, tecnicamente dire l’Amaro. A livello, invece, di prodotto, il Limoncello, perché partiamo da una storia che non è proprio la mia, o la nostra Veneta, un prodotto che viene dal Sud che, però, riletta in chiave gastronomica di uno chef, prende un’altra strada e diventa interessante».
Lei, come tanti ragazzi, è partito frequentando un istituto alberghiero, il Pellegrino Artusi, di Recoaro Terme: ritiene che oggi la scuola sia ancora valida per preparare alle esigenze di oggi?
«La scuola alberghiera è il primo passo che un ragazzo fa verso questo mondo, ma è una infarinatura, non ti può formare completamente, perché è difficile e complicato e ci vorrebbero più anni. Però è importante cercare di trasmettere ai ragazzi che fare questo mestiere è una opportunità di lavoro, di futuro, di una passione enorme… tutto legato alla gastronomia».
E’ la passione che manca ai ragazzi?
«Non è che manchi la passione, ma soprattutto un po’ di prospettiva futura. Quello che noi oggi dovremmo dare ai ragazzi in più è una prospettiva futura, non più solo una opportunità, ma una prospettiva futura molto più forte. E si può fare».
Il Consorzio JesoloVenice ha avviato il progetto Taste Jesolo per promuovere il territorio attraverso l’enogastronomia: è la scelta corretta?
«La scelta è corretta. Il territorio siamo noi, tutti messi assieme. Se conserviamo il territorio e lo valorizziamo abbiamo dei benefici; questi vanno a cascata, arrivano fino ai giovani, alle scuole, allo sviluppo, alle opportunità… Bisogna sempre tenere presente che quello che noi facciamo per il territorio lo facciamo per noi stessi. E’ importante che la politica capisca il valore di una offerta gastronomica. La gente viene qui per il mare, servizi, ordine, pulizia, professionalità, accoglienza… ma anche per la gastronomia».
Ma in cucina, con i suoi collaboratori, è “cattivo” come in tivù?
«La tivù è uno show. In cucina si parla, a volte si discute, ma soprattutto si seguono le regole e c’è molta professionalità. Anche a 18, 20 anni, i ragazzi devono capire che nel mondo del lavoro ci deve essere professionalità e rispetto».
Scheda
Nato a Creazzo, nel vicentino, Carlo Cracco è uno degli chef più noti d’Italia. Durante la sua carriera di cuoco è stato premiato con sei stelle Michelin. E’ molto conosciuto anche per la sua attività televisiva, da quando, nel 2011, ha fatto parte dei giudici del talent show MasterChef Italia. In una serata a lui dedicata al Marcandole al Mare, ospite della famiglia Bardella e grazie alla collaborazione della Cuzziol Beverage, ha presentato i suoi tre distillati: il Gin Organico, il Limoncello Organico e l’Amaro Bianco Organico.