«Sogno di raccontare l’Italia alla finale della Coppa del Mondo»

L’ex capitano della Fiorentina, originario di Musile, è diventato commentatore tecnico per la Rai

È stato un grande difensore. Di quelli “moderni”, capace di difendere, ma anche di proporsi in attacco, macinando chilometri per fornire palloni deliziosi agli attaccanti. In qualche modo Luca Toni deve anche a lui i tanti gol realizzati con la maglia della Fiorentina.

Ora che ha appeso gli scarpini al chiodo, Manuel Pasqual è diventato uno dei commentatori tecnici della Rai, opinionista per 90° Minuto e per varie partite, l’ultima la finale del Campionato Europeo Under 21. Ed ora sarà nella squadra chiamata a commentare gli Europei dei più grandi.

Manuel, partiamo dalla fine, ovvero dalla conquista della Serie A del Venezia.

«Sono felicissimo, anche perché è comunque la squadra di quella che ritengo la mia città. Ci erano arrivati vicini già in un’altra stagione ed ora sono riusciti a raggiungere questo importante traguardo. Una città come Venezia non può non avere la squadra in Serie A. Lo merita la città e lo meritano i tifosi. Ora mi auguro che facciano una programmazione tale che gli consenta di rimanere».

Possiamo dire che sei stato ad un passo dal vestire la maglia del Venezia?

«Certo. Un paio di stagioni fa ricevetti e allora decisi di smettere e di iniziare con la nuova esperienza in Rai»

Dimmi la verità: ma quanto ti manca il campo?

«In realtà il campo non mi manca. L’unica cosa di cui sento la mancanza è il giorno della partita, l’adrenalina dell’incontro e tutto quello che ti porta quelle emozioni. Diciamo che mi ha aiutato a non pensarci una serie di cose che sono capitate tutte assieme: il non avere trovato l’accordo con il Venezia, che mi ha portato a smettere definitivamente con il calcio, quindi l’avere iniziato a lavorare in Rai praticamente subito;

ma anche il lockdown che ha tolto un po’ di quella atmosfera. A proposito di questo ultimo aspetto, direi che non invidio i colleghi che, magari da capitano com’ero io, si sono trovati a gestire tutta una serie di problematiche».

Ma non hai mai pensato di fare l’allenatore?

«Guarda, ho anche iniziato a farlo, in una squadra dilettantistica, con i ragazzini, dopo avere conseguito il patentito Uefa B, per capire se la cosa potesse piacermi. Il risultato: non mi piace».

E lavorare in Rai?

«Mi ha dato grande entusiasmo fin dal primo giorno. E devo ringraziarli, perché mi hanno dato subito grande fiducia. I risultati ci sono stati, se si pensa che ho iniziato un anno e mezzo fa commentando una semifinale di Coppa Italia ed ora sto andando agli Europei, dopo avere commentato la finale Under 21, sempre della stessa competizione».

Com’è nato questo rapporto di collaborazione?

«Mi ero proposto, dicendo che mi sarebbe piaciuto fare questo tipo di lavoro. Mi hanno fatto andare in studio per capire se fossi sciolto. È andata bene ed ho iniziato. È chiaro che all’inizio fossi un po’ ingessato, ma mi hanno messo subito a mio agio, osservando che andavo bene dal punto di vista tecnico; mi hanno suggerito dove correggermi ed ora lo faccio come fosse una chiaccherata tra amici. È un lavoro che mi diverte e faccio molto volentieri, oltre al fatto che mi permette di stare di più con la famiglia».

Ti ricordi una gaffe fatta in diretta?

«Sì, durante un’azione di gioco stavo costruendo tutto un ragionamento, ma quando c’è stato un cambio repentino che mi ha spiazzato, mi è uscito un errore nel congiuntivo».

Com’è stato commentare le partite con gli stadi vuoti?

«Molto, molto strano. Per fortuna ora con gli Europei è consentito avere un po’ di pubblico e quello regala delle emozioni anche a noi».

A cosa punti?

«Sono partito con questo lavoro puntando molto alto. Se poi, per dei limiti miei, non ce la dovessi fare, lo accetto, però voglio riuscire a capire qual è il mio massimo. E il mio sogno sarebbe quello di commentare una finale di Coppa del Mondo, naturalmente con l’Italia presente».

A proposito di Italia, cosa prevedi per gli Europei?

«Secondo me l’Italia non parte da favorita, ma ha un ottimo gruppo. Alla partenza vedo un po’ avanti a noi Francia e Beglio».

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