The King
Antonio Caprarica ha analizzato la vita di Carlo, l’eterno erede al trono, per capire e farci capire come sarà, o potrebbe essere, il suo regno e il futuro stesso della corona. Lo ha fatto attraverso il suo ultimo libro, “Carlo III – Il destino della corna”, presentato in piazza Marconi.

Perché affascinano le vicende della Corona?
«Ci sono molti piani di risposta. Uno, naturalmente, è quello del gossip, che continua ad eccitare i nostri peggiori istinti, ma anche le nostre legittime curiosità su una storia che è una saga infinita. Poi c’è il piano sentimentale e fantastico, perché la corona è pur sempre una favola meravigliosa, con re, regine, principi e castelli.
Poi c’è il piano razionale, perché naturalmente la corona inglese rappresenta uno dei più grandi Paesi dell’ultima storia Occidentale, l’impero più grande che sia mai apparso sulla faccia della terra. E, quindi, tutti questi piani, combinandosi, fanno della corona inglese, ancora oggi, un tema di effettivo interesse globale».

In tanti si chiedono che re sarà Carlo III, ma dal libro sembra emergere che Carlo sia stato sottovalutato e che potrebbe dare molte soddisfazioni, più di quelle che possiamo immaginare. E’ così?
«Se ti sentisse ti darebbe subito un ordine cavalleresco. Io penso che, effettivamente, gli inglesi abbiano capito che re Carlo III è meglio del principe Carlo, che è stato una personalità molto discussa e molto discutibile, per molti aspetti, la maggior parte riguardanti la sua vita privata, il suo matrimonio travagliato e anche tragico (matrimonio e divorzio);
mentre ha delle qualità che spesso sono state criticate proprio perché dalla corona inglese ci si aspetta il silenzio e l’estraneità alla politica. Carlo ha delle idee, idee chiare e precise, che riguardano il futuro del suo Paese. Lui ha sempre detto: Beh, se volevate che non mi impicciassi, bastava che non mi mandaste a scuola. Un uomo colto e istruito si occupa di ciò che è attorno a lui».

Questo è inevitabilmente un regno di transizione, il vero re è e sarà il figlio William.
«L’anagrafe condanna Carlo. Ciò non toglie che, come succede per i Papi di passaggio e di transizione, possa lasciare la sua impronta, che sarà di modernizzazione e di aggiornamento della corona inglese al Ventunesimo Secolo. Da questo punto di vista sarà un re fino in fondo e lo ha già dimostrato nella cerimonia di incoronazione. Però è chiaro che il volto nuovo e contemporaneo sarà quello di William, con Kate e i suoi magnifici tre figli. Speriamo solo non ci facciano morire di noia».

LA CORONA DI JESOLO
La serata ha avuto la gradita sorpresa della copia esatta della corona di Sant’Edoardo, quella che, dal 1661, viene utilizzata per l’incoronazione. È stata realizzata dall’imprenditore jesolano Didier Cortese.
