Arrivi e partenze di primavera

Osservandola dall’esterno la laguna jesolana delle valli, nei mesi di marzo e aprile, suscita l’impressione di essere ancora nella fase letargica che ne ha caratterizzato la stagione invernale. I canneti dei margini vallivi sono ancora di colore ocra e gli stagni presentano acque immobili che specchiano cieli ancora spazzati da venti freddi.  Se però ci si addentra lungo le stradine che portano al suo cuore, la Laguna nord rivela un’animazione insolita.

Un fervore insospettabile, con numerosissimi uccelli che attendono impazienti il momento di partire verso le aree di nidificazione dell’Europa settentrionale e che per questo già indossano splendide livree nuziali. Contemporaneamente, nelle notti serene e nei giorni di calma di vento, ecco giungere i primi migratori di ritorno dall’Africa. Il loro è stato un viaggio rischioso e lunghissimo, ma i più forti hanno superato qualsiasi difficoltà e ora sono di nuovo in questa laguna e dunque nella loro patria.

E qui, proprio nel mese di aprile, costruiranno il nido per allevare un’altra generazione di migratori.

La Marzaiola

Le è stato dato questo nome perché questo piccolo e grazioso anatide dal richiamo strano (Crrrr…crrr), compare, tornando dalla migrazione africana, proprio nel mese di marzo. A differenza della sosta durante il percorso di andata, nei mesi di settembre-ottobre, ora sfoggia un elegante abito nuziale e i maschi corteggiano assiduamente le femmine. Il suo lungo viaggio, però, non è ancora concluso e per raggiungere le paludi dell’Europa centro settentrionale, la marzaiola dovrà volare per altre centinaia e centinaia di chilometri

Sorvolerà un’Europa troppo spesso indifferente al suo messaggio di bellezza; ma lo farà con la determinazione che le deriva dalla sua sacra missione: raggiungere i luoghi di nidificazione per perpetuare la propria specie.

Naturalista-divulgatore, per circa cinquant’anni ha scritto saggi, guide, opuscoli, articoli, ha tenuto lezioni, conferenze, corsi di formazione e quant’altro ritenesse utile al conseguimento della sua aspirazione suprema: la “conversione del mondo” alla cultura naturalistica, ma anche alla difesa della biodiversità e della Bellezza che il sistema naturale, la sola vera divinità di questo pianeta, esprime.

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