Caorle e i Casoni
Il bel tempo ci permette qualche ora in più di bicicletta. Per sfruttare al massimo la voglia d’estate venite con noi di Realbikeguides alla scoperta del territorio!
Ci dirigiamo verso Est e, attraversando la pineta, raggiungiamo la caratteristica località di Cortellazzo. Dopo qualche chilometro attraversiamo il fiume sul ponte di barche galleggiante, perché la nostra meta della giornata è Caorle.
Non tutti sanno che il nome deriva da Sylva Caprulane o Insula Capriae, dato dalla presenza in epoca romana di capre selvatiche in questi boschi lagunari. Era considerata strategica come porto, tra i fiumi Livenza e Lemene, dalle genti di Julia Concordia (Concordia Saggitaria), città poco distante e più influente in tutta l’area già dall’età del Bronzo.
Attraversando il bellissimo centro storico, che in alcuni scorci ricorda Venezia, continuiamo a pedalare sino al Duomo dedicato al protomartire Santo Stefano, risalente all’XI secolo. Qui lasciamo le nostre bici per qualche minuto per una visita nel suo interno, ammirando l’architettura e i dipinti ma, soprattutto, la “Pala d’Oro” donata da Caterina Cornaro Regina di Cipro come ringraziamento alla città e ai suoi cittadini per l’aiuto e il salvataggio dopo una tremenda burrasca che colpì la sua flotta nel rientro a Venezia.
Dello stesso periodo anche il campanile bizantino/ravennate, unico nel suo genere, di forma cilindrica con cuspide conica, alto quaranta metri circa, caratterizzato da quattro bifore delle reali che corrispondono ai quattro punti cardinali.
Tutti in sella, si riparte verso la parte più estrema di Caorle, i Casoni. Ma prima è d’obbligo una breve sosta al Santuario della Madonna dell’Angelo. Simbolo della tradizione e della fede cittadina, si racconta che alcuni pescatori trovarono il simulacro della Vergine sopra un blocco di marmo e, nello stupore generale, lo portarono a riva nel punto dove si trova la chiesetta.
Ed eccoci ai Casoni sulle sponde del canale Nicesolo, strutture in paglia e canne lagunari che rappresentano la classica edilizia valliva dei pescatori; senza finestre e camino erano nello stesso tempo casa e luogo di lavoro.
Seguiamo ora la strada sterrata che ci conduce verso casa, un po’ stanchi ma, come sempre… felici in bici.