“Una forte emozione e un grande orgoglio”
PARLA CHIARA VISENTIN, LA MADRINA DELL’INAUGURAZIONE
E’ Chiara Visentin la madrina dell’edizione 2023 della Fiera dell’Alto Adriatico, la kermesse giunta all’edizione numero 52 e che, quest’anno, apre la stagione fieristica in Italia. L’evento, che sarà inaugurato domenica 29 gennaio, alle ore 10, alla presenza del presidente del Veneto, Luca Zaia, è organizzato da Venezia Expomar Caorle, Associazione Jesolana Albergatori, comuni di Caorle e Jesolo. Si terrà fino a mercoledì 1 febbraio al Palaexpomar di Caorle. Chiara Visentin, con i suoi 22 anni, è la più giovane componente del Consiglio Direttivo di Federalberghi Caorle.
Laureata in Economia e Gestione Aziendale alla facoltà di Economia dell’università di Trieste con una tesi intitolata “La finanza sostenibile nei Paesi Emergenti”, collabora nella gestione degli alberghi della famiglia. Famiglia che, pur essendo originaria di Jesolo, gestisce diverse strutture alberghiere a Caorle. La giovane albergatrice rappresenta, quindi, perfettamente quel “filo rosso” che ha felicemente unito in sodalizio Caorle e Jesolo e che ha portato alla creazione della Fiera dell’Alto Adriatico.
Chiara, ma tu da piccola andavi in Fiera?
“Certo e mi ha sempre affascinato quel clima di festa e di coesione. Crescendo ne ho percepito l’importanza anche come luogo di incontro tra persone del settore, che colgono questa importante occasione per affrontare determinate tematiche che riguardano il mondo del turismo”.
Ed ora che ne sarai la madrina, cosa provi?
“Una forte emozione ed un grande orgoglio. Alla mia giovane età trovarmi assieme a tante autorità, istituzionali, imprenditoriali ed associative, rappresenta una opportunità molto importante. Che cercherò di cogliere appieno partecipando attivamente ai vari incontri che si svolgeranno in occasione della Fiera”.
Hai 22 anni, ma ti senti albergatrice?
“Completamente. E sento che questa sarà la mia professione. Lo so che certi giovani preferiscono prendere altre strade, ma io, forse perché cresciuta in questo ambiente, sento che questo lavoro mi è entrato dentro. Mi piace proprio! Non mi vedrei mai a fare altre cose”.
Ma che tipo di albergatrice sei e sarai?
“Potremmo dire “vecchia maniera”. In hotel io mi occupo soprattutto di seguire la reception, ma se vi capita di venirmi a trovare, mi vedrete fare qualsiasi cosa: dallo sbarazzare in bar, al portare le valigie delle persone anziane che necessitano di aiuto, persino parcheggiare. Per merito dell’insegnamento dei miei genitori mi sono trovata, fin dalle scuole medie, a contatto con quello che è il mondo del lavoro, nella fattispecie nell’ambito turistico. Questo approccio “stile vecchia maniera” ha avuto un impatto molto forte su di me, temprando e forgiando quella che è la mia persona e facendomi rendere conto che il lavoro dell’albergatore è fatto di molteplici mansioni, dall’accoglienza alla disponibilità, alla capacità di far fronte ai possibili imprevisti. E sempre con il sorriso e senso di responsabilità”.
A proposito di giovani: secondo te come riavvicinarli al mondo del lavoro in ambito turistico?
“Per esperienza personale penso che i giovani vadano seguiti, affiancandoli: da una parte per aiutarli a crescere professionalmente, ma dall’altra per trasmettere loro la passione per questo lavoro. Perché la scuola non insegna completamente a interfacciarti con questo lavoro. Ed ai giovani dico: fatela una esperienza stagionale, a prescindere da quello che vorrete fare da grandi, perché vi potrà aiutare. E’ un lavoro che ti mette di fronte a tante difficoltà, ma anche ti fa capire come risolverle; ti fa confrontare con altre persone e con diversi modi di impostare il lavoro. Per non parlare della soddisfazione che questo lavoro ti lascia”.