La calcolatrice non basta

Mentre ci godiamo questo ultimo scampolo d’estate la mente è già impegnata a fare bilanci. Com’è andata?

Non proprio male, da quel che si percepisce in giro: la pelle l’abbiamo portata a casa. Bisognerà, però, andar dentro le cifre, sommarle, sottrarle, confrontarle. Ma questo far di conto sarà sufficiente a restituirci un quadro complessivo di come è stata la stagione? E’ cambiato il modo di scegliere e fare vacanza? Quali sono le aspettative del turista? Abbiamo avuto anche segnali sconcertanti di ragazzini e ragazzine che hanno fatto a gara per dare il peggio di loro stessi. La questione di Ordine Pubblico viene dopo. C’è un prima che ci interroga. Tutti, nessuno escluso. Ma c’è anche da chiedersi perché mai la città venga percepita come il luogo dove ogni regola possa essere infranta e nulla possa essere inibito.

Non autoassolviamoci e con coraggio guardiamo alle possibili storture del sistema città che possono accendere un immaginario al quale ci si abbandona senza freni. Il turista non è un anonimo qualunque ma una persona che porta dentro di sé la sua storia, carica di cose belle, ma anche intrisa di stanchezza, amarezze, frustrazioni e che spesso cerca nella vacanza uno spazio per ritrovare se stesso e per rigenerare desideri, sogni e speranze. Un turismo che guarda in prospettiva deve saper cogliere, proteggere e rispondere a queste esigenze. Anche questo significa ri-pensare Jesolo. Ma la calcolatrice non basta. Occorre qualcosa d’altro.

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Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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