La sostenibilità. Un appuntamento con il futuro che Jesolo non può mancare

Fino a quando Jesolo potrà continuare la rincorsa spasmodica ai numeri? Da tempo la domanda interpella la città senza che sia stata trovato  una risposta. Per la verità ne era stata tentata una con il Piano Regolatore del 1973. Una puntuale misurazione evidenziò che l’arenile aveva raggiunto la saturazione di ospiti. Perciò fu deciso lo stop all’aumento della ricettività. Nessuna nuova struttura alberghiera era possibile e per quelle esistenti erano ammessi solo  interventi di ristrutturazione ma senza alcun aumento della ricettività. Fu adottata la ricomposizione spaziale, ma non funzionò. La rincorsa spasmodica ai numeri resta ancora un problema aperto che si aggrava: città, arenile, viabilità, organizzazione, servizi, qualità, sicurezza compresa, continuano ad essere sottoposti a stress sempre crescente. 

Mi si conceda un paragone: sui numeri punta il negozio che “liquida tutto”.  Ci sono scadenze, come l’applicazione della Bolkestein, che impongono scelte non più rinviabili. E’ una opportunità da affrontare con uno sguardo largo e lungimirante per accompagnare Jesolo verso il futuro. Lo si faccia insieme, istituzioni, forze politiche e imprenditori individuando traguardi ambiziosi da perseguire con scelte puntuali, chiare e, ove occorra, anche radicali con un obiettivo che ha un nome preciso: sostenibilità. Servirà coraggio e onestà intellettuale. Ma in gioco c’è un appuntamento con il futuro. Jesolo non può mancarlo.

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Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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