Senza memoria non abbiamo futuro

Immaginiamo di svegliarci un giorno senza alcuna memoria. Vivremmo nel buio più completo, senza punti di riferimento. È così anche per una comunità: mantenere viva la memoria di ciò che eravamo ci fa capire meglio chi siamo e chi vogliamo essere. Dobbiamo, perciò, essere grati a chi ci aiuta a tenere viva la memoria della nostra storia. Tra questi Giuseppe Artesi, jesolano, appassionato studioso del nostro territorio. Noi jesolani, ad esempio, non avremmo mai saputo dell’esistenza del “nostro” Crocifisso del XIV secolo se lui non lo avesse scoperto e ne avesse ricostruito la storia. L’abbiamo potuto  ammirare nella chiesa parrocchiale per tre mesi, nel 2016.  Artesi ha un grande pregio: ciò che scopre lo condivide con la città.

Su Jesolo ha già scritto tre libri, uno che racconta il territorio dal IV sec d.C. al 1797, un secondo che va dal 1800 al 1950 che indaga l’arte, la storia e la società civile di Cavazuccherina e il terzo che racconta Jesolo dal 1950 al 2000. Ora è al lavoro per un altro volume che racconterà la Jesolo che ama la musica, il canto e il ballo. Sorridendo spiega: «Andiamo dalla balera alle discoteche. Mi sono reso conto che musica, ballo e canto raccontano un profilo singolare di noi jesolani. Conto di finire questo lavoro per fine anno».  Con squisita cortesia Artesi aprirà i suoi archivi ai lettori di ViviJesolo, nel trentesimo anniversario di pubblicazione, regalandoci un “cartolina d’epoca” con piccoli squarci del nostro passato. A Giuseppe Artesi la nostra gratitudine, certi di interpretare  anche quella degli jesolani.

Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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