La leggenda dell’Americano
… Anzi le leggende, perché sono più di una e narrano che la storia di uno dei cocktail tra i più conosciuti al mondo abbiano provenienze diverse, dall’Italia e precisamente Milano, agli Stati Uniti.
Andiamo per ordine. Iniziamo col dire che, nel 1986, questo cocktail che oramai si beveva, anzi lo si apprezzava ovunque, è stato inserito nella lista dell’International Bartenders Association Iba con questa ricetta:
30 ml di Bitter
30 ml di Vermouth Rosso
…una spruzzata di soda
La tecnica di miscelazione è Build, tradotto vuol dire direttamente nel bicchiere che sarà un Old Fashioned con molto ghiaccio dentro. Come guarnizione adopereremo mezza fetta di arancia e una buccia di limone. La storia, forse perché è legata a Milano a un nome molto milanese, è quella che mi piace di più.
Nel bar di Gaspare Campari molti americani che passavano chiesero di allungare il famoso MI-To con soda che loro mettevano e mettono ovunque. Lì nasce il modo di bere “americano” che la leggenda vuole che poi diventi da un modo di bere al nome di uno dei cocktail più famosi al mondo, l’Americano appunto.
La seconda leggenda è legata sempre ad un famoso italiano che veniva chiamato l’americano, forse perchè era famosissimo negli States grazie alla sua professione. Era un pugile. Un pugile italiano. Parliamo di Primo Carnera.
… L’ultima storia-leggenda. Sembra di essere ai giorni nostri dove, per pubblicizzare un prodotto, ci creiamo attorno una storia. Siamo negli Stati Uniti in pieno proibizionismo. Dall’Italia arrivava il Vermouth. Una importante distilleria per incentivare la “vendita” del Vermouth rosso pare abbia creato questo connubio…
Al di là di storie, leggende e narrazioni varie, oggi quando ti siedi al bancone di un bar e chiedi un Americano questa leggenda si è talmente tanto evoluta come si sono evoluti i prodotti che si usano, che il bartender vi chiederà: “Desidera un Vermouth particolare?”.
“Desidera un Bitter particolare?”. Ebbene sì, la ricetta è uguale in tutto il mondo, ma il cocktail è personale e, come dico sempre, va cucito sul cliente come un abito… Ma questa è un’altra storia.
CIN CIN