…Trova un lavoro che ti piaccia ed avrai cinque giorni in più ogni settimana…
Albergatori in allarme, ristoratori in allarme, il turismo in allarme… non si trova personale per la stagione in arrivo. La ripartenza è in pericolo. Grazie ai social, l’allarme è al massimo livello.
Per tutta la mia vita lavorativa sono stato un DIPENDENTE.
Visto il lavoro che volevo intraprendere ho fatto tutta la routine che era necessaria. In primis le stagioni mare e montagna che, ovviamente, essendo, appunto, stagioni, erano più o meno lunghe in funzione del tempo. All’epoca non esisteva internet e la ricerca di lavoro era via lettera con annesso CV: cercavi i posti che ti interessavano e mandavi il tuo CV e loro, puntualmente, ti contattavano. Mandavi la richiesta mentre eri al mare per la stagione invernale e viceversa. In poche parole, a parte dei piccoli periodi di riposo, necessari visti gli orari e la mole di lavoro che affrontavi, riempivi quasi completamente l’anno.
La prima cosa che imparavi durante quei periodi era lo stare lontano dalla famiglia, poi a lavarti da solo le cose, calzini di servizio, mutande, camicie. Con errori iniziali clamorosi.
Non c’erano le lavanderie automatiche che esistono ora ovunque: le prime che ho visto, le vidi a Londra nella prima uscita all’estero, come si diceva al tempo, quando ti muovevi in giro per il mondo vedevi e imparavi altre culture, oltre ad apprendere diversi tipi di servizio imparavi a vivere con tutti, un po’ come la naja per quelli che hanno fatto il militare della mia generazione.
A questo punto la domanda è: “Quanto ti piace il tuo lavoro?”.
Per imparare in qualsiasi lavoro, bisogna fare dei sacrifici; credo che sia una cosa ovvia. Nel mio era girare per imparare, cercare dei bravi maestri per apprendere, rubare i segreti, vedere con i tuoi occhi se le leggende che giravano sul locale, sul personale, erano vere. Dovevi toccare con mano. Non esistevano i #tutorial, era tutto in presenza.
Non parlavi di soldi, non era un problema di busta paga. Sapevi che iniziavi quel giorno e, probabilmente, finivi, forse, il… questo non vuol dire che ti sfruttavano, ASSOLUTAMENTE NO: vuol dire che in un periodo che è, per definizione, corto devi lavorare il più possibile per guadagnare, sia il tuo datore di lavoro che tu.
Vi assicuro che a fine stagione, quando contavo i “soldini”, ne avevo a sufficienza per tutto quello che volevo fare o comperare.
Ritorno alla domanda: “Quanto ti piace il tuo lavoro?”. Il piacere, ovviamente, deve essere da ambo le parti. La definizione di professionista vale da parte del datore di lavoro che da parte del lavoratore.