Le ali di Ambra Sabatini

Sono tornati per il secondo anno consecutivo a Jesolo gli Italian Open, il meeting internazionale di Para atletica del circuito World Para Athletics Grand Prix. Dopo il successo dell’edizione 2021, per tre giorni, da venerdì 6 a domenica 8 maggio, lo Stadio Armando Picchi è stato al centro dell’attenzione mondiale con la partecipazione alle gare di 274 atleti provenienti da 26 nazioni. Tutti fantastici. E tra questi le azzurre del podio tutto tricolore dei 100 T63 alle Paralimpiadi di Tokyo: Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto. E proprio a Jesolo la stella delle Paralimpiadi di Tokyo, Ambra, ha centrato un nuovo risultato che fa storia.

Con il tempo di 29.87 è suo il record mondiale anche nei 200 metri, bissando il primato iridato dei 100 ottenuto nella notte magica giapponese. La velocista 20enne delle Fiamme Gialle celebra il crono più veloce di sempre al mondo frantumando di 1 secondo e 86 centesimi il precedente limite di Martina Caironi nel 2015 a Berlino. È un anno strabiliante per la giovane toscana, affacciatasi all’Atletica paralimpica proprio allo Stadio Armando Picchi dove ha fatto la sua prima gara ufficiale nel 2020. L’esordio stagionale, battezzato con una distanza che non aveva mai corso in precedenza, continua ad alimentare i sogni della giovane atleta e di chi la segue. E noi l’abbiamo seguita per voi.

Ambra, congratulazioni, hai appena ottenuto il record mondiale sui 200!

«L’emozione era tanta. L’obiettivo era di scendere sotto i 30 secondi ma, considerando che era la prima gara, non ci speravo. È stata tirata, ho cercato di riprendere chi era davanti a me (Agnese Spotorno della categoria T20) e ce l’ho fatta. Mi piacerebbe che questa gara fosse inserita come specialità ufficiale alle Paralimpiadi. Ora punto a migliorare nei 100 metri e spero di abbassare anche questo record».

Perché dici che Martina Caironi ti ha spianato la strada?

«Avere lei come modello mi ha sempre fatto pensare positivo. Ho tratto esempio dalla sua corsa fluida e ho cercato di imitarla. Avevo già in mente di fare atletica prima di conoscerla, ma avere lei come riferimento mi ha motivata ancora di più».

Quest’anno hai vinto Diamond of Fame (riconoscimento annuale per atleti paraolimpici che si distinguono nel Mondo per il loro impegno nella disciplina): che significato riveste per te?

«E’ un altro tassello nel quadro dei riconoscimenti che ho ricevuto. Ne sono onorata e mi fa capire la responsabilità che hanno tutti gli atleti nei confronti del mondo. Mi dà forza per continuare a lottare e spingermi oltre i miei limiti per conquistare nuovi traguardi sia sportivi che personali».

Oltre all’oro, cosa hai portato a casa da Tokio?

«Prima di tutto il record mondiale! Un’incredibile esperienza umana e naturalmente un bellissimo podio tricolore che penso possa dare un grande aiuto a tutto il movimento perché aumenterà la considerazione che hanno di noi atleti paraolimpici».

Nel mondo sportivo si vive di competizione ma anche di amicizia. Come declini queste due facce del tuo sport?

«Io, Martina e Monica abbiamo un bel rapporto. Durante la gara non ce n’è per nessuno ma appena finito di correre ci sono rispetto, solidarietà e amicizia e ci divertiamo molto insieme».

Fuori dai palazzetti di atletica e lontana dagli allenamenti, com’è la tua vita con gli altri giovani della tua età?

«Ho tanti amici a casa, ma adesso che mi sono trasferita a Roma a Castel Porziano (centro allenamenti delle Fiamme Gialle) le mie relazioni sono soprattutto con i miei colleghi di squadra che sono tutti carinissimi e mi hanno accolta come in famiglia».

Se potessi avere un superpotere, quale sarebbe?

Ci pensa e sembra indecisa. Poi risponde: «Vorrei il teletrasporto!».

Cara Ambra tu ce l’hai già il teletrasporto. Non solo per te stessa ma anche per noi quando ci fai volare con l’emozione come in quel 4 settembre a Tokio, tra le lacrime di gioia e l’Inno di Mameli.

è una donna disabile, orgogliosamente disabile viene da dire conoscendola, perché lei con molta sincerità dice: «La mia vita sulle ruote non è troppo male, anzi». Se c’è qualche cosa che non le piace è la mancanza di conoscenza da parte delle persone, che finisce per causare grandi difficoltà. Ironica, intelligente e molto sensibile, Emanuela racconterà a Vivijesolo com’è la sua vita da disabile, tra episodi divertenti e altri scomodi: perché tutto potrebbe diventare un po’ più facile se solo ci fosse un minimo di accortezza da parte di tutti. Per scrivere a Emanuela Bressan: soloabili@yahoo.it

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