Piccoli meteorologi crescono

L’estate continua a zoppicare mentre siamo giunti già nel mese di luglio che, per tradizione, dovrebbe registrare i giorni del solleone, con le temperature mediamente sopra i 33/35 gradi. Già, dovrebbe, perché mentre scrivo questo pezzo è giunta una perturbazione (continuate a seguirmi nei social per avere tutti gli aggiornamenti) che ha spinto il termometro a 19 gradi.

Ed intanto si è concluso un altro anno scolastico e, sotto l’ombrellone, già si programmano nuove avventure tra i banchi di scuola con Meteoclari ed il suo progetto formativo nato con l’intento di spiegare la meteorologia ai più piccoli studenti in maniera semplice, ponendo l’attenzione ai cambiamenti sulle tematiche climatiche legate all’atmosfera, alle previsioni del tempo e al rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Questo progetto, ormai al secondo anno consecutivo, ha coinvolto diverse scuole elementari e medie del veneziano e trevigiano; con il patrocinio della città di Jesolo è riuscito ad approdare sino a Fivizzano, in Toscana, al museo della meteorologia “Edmondo Bernacca”, il capostipite di questa scienza. È stato molto stimolante vedere la sensibilità degli alunni ma, soprattutto, al termine delle lezioni portare a casa i loro sorrisi.

In questo meteo pazzo, dove tutto sembra in confusione con le stagioni che ormai non si comportano più come tali, avere la certezza che dei piccoli meteorologi crescono con la consapevolezza che il mondo è anche nelle loro mani, è una grande cosa.  Molti di loro si stanno approcciando a questa scienza e lo si capisce dagli interventi, dalle loro osservazioni, domande e curiosità. C’è persino chi ha improntato la sua tesina d’esame sulla meteorologia e sui cambiamenti climatici. È il caso di Alessandro Clarizia (mio figlio) che ha spiegato come, sin dai tempi di Dante Alighieri, fossero importanti i fenomeni meteorologici, passando per le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, la seconda Guerra Mondiale con l’attacco a Pearl  Harbor, fino ai giorni d’oggi con lo studio dei modelli matematici e la tecnologia che ha rivoluzionato e migliorato la meteorologia, questa scienza quasi esatta dove c’è un mondo da scoprire ma soprattutto da salvare.

Mi chiamo Vincenzo Clarizia, da poco passata la soglia dei 50 anni ma solo all’anagrafe!! Si perché lo spirito giovanile me lo porto dentro da sempre, così come la passione per la meteorologia. Sin da bambino, racconta la mia mamma, preferivo prendere in mano una bacchetta di legno davanti ad una cartina geografica dell’Italia e imitare il grande Generale Bernacca come descriveva le previsioni del tempo alla TV.

Start typing and press Enter to search