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ATTUALITÀ
INCONTRO in PIAZZA
COL CAMPIONE
con SIMO
FONTECCHIO
Un grande appuntamento per tutti gli appassionati di basket.
Ce lo regala Fun‘N Action (in collaborazione con l’assessorato
allo sport) che, in occasione del “Simo Fonte Basket Camp”,
che si tiene dal 9 al 15 luglio, ha previsto una serata in piazza
con Simone Fontecchio. L’appuntamento con la stella
dell'NBA e della Nazionale è per venerdì 14 luglio, alle ore 21,
in piazza Milano. Una occasione per i ragazzi del camp, ma
anche per i tanti appassionati di basket che, dopo una serata
tra racconti e aneddoti, potranno conoscere di persona
Fontecchio, ala piccola degli Utah Jazz.
Simone, perché hai deciso di appoggiare il progetto di
Fun’N Action?
«Erano anni che mi si proponeva di fare un camp estivo. Ho pen-
sato che questo fosse il momento giusto per farlo. Ho provato
il desiderio di dare qualcosa ai ragazzi che si affacciano per la
prima volta a questo sport o che ne sono già appassionati. Poi Fa-
bio e Nacio (Fabio Vendramini e Ignacio Pezzini, ndr) mi hanno
proposto un progetto che mi è piaciuto molto. Di sicuro sarà un
bel camp, soprattutto divertente, che è la cosa più importante».
Che ricordi hai di quando hai iniziato?
«Bellissimi. Ho iniziato a giocare nella società fondata dai miei
genitori, una sorta di polisportiva, dove si faceva basket, volley e
atletica (che era lo sport di mio padre); mi sono appassionato fin
da subito alla pallacanestro. Ho dei ricordi bellissimi di pomerig-
gi interi in palestra, con mia madre che allenava».
Quali allenatori ti hanno aiutato di più nella tua crescita?
«Direi tutti gli allenatori delle giovanili, soprattutto a Bologna,
mi hanno aiutato a crescere come giocatore e, soprattutto, come
persona. A quell’età è fondamentale avere degli allenatori giusti,
che ti insegnano come stare al mondo ed a comportarsi. Poi mol-
to importante per me è stato Alejandro “Aito” Garcia, il mio al-
lenatore a Berlino, che sicuramente mi ha cambiato la carriera».
Dal punto di vista umano, come sta andando la tua
esperienza in Nba?
«Molto bene. Mi ritengo fortunato di potere fare questa espe-
rienza. Direi che vivere all’estero in generale ti apra ancora di
più la mente. Con la mia famiglia sto cercando di godermela al
massimo, facendo più esperienza possibile».
Cosa si prova a indossare la maglia della Nazionale?
«È un grandissimo onore. Ma direi anche un divertimento. Con i
miei compagni si è creato un ottimo feeling e ambiente, è diver-
timento allo stato puro: è come stare al campetto a giocare con
i miei amici, con in più l’onore di rappresentare il mio Paese».
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