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ELISABETTA ROSSI, VICENTINA, 30 ANNI, MODELLA,
NON UDENTE DALL’ETÀ DI 4 ANNI. HA FATTO DEL SUO PUNTO
DI “DEBOLEZZA”, COME MOLTI LO CONSIDEREREBBERO,
IL SUO PUNTO DI FORZA. IL SUO AMORE PER LA VITA
L’HA DIMOSTRATO QUANDO, DOPO GLI IMPIANTI COCLEARI
CHE LE HANNO PERMESSO DI TORNARE A SENTIRE,
HA ABBRACCIATO LA VITA ACCETTANDONE LE SFIDE E,
A DISPETTO DI TUTTE LE POSSIBILI INSICUREZZE,
HA INIZIATO LA CARRIERA DI MODELLA.
A CURA DI
EMANUELA BRESSAN Come vivi ora una carriera che ti pone
in risalto?
«Da piccola avevo paura di non essere
all’altezza delle situazioni. Ho dovuto im-
pegnarmi moltissimo per raggiungere gli
Quando hai cominciato a percepirti obiettivi che mi ero prefissata. Ora vivo
come “diversa” dai tuoi coetanei? la mia carriera con naturalezza e nella più
«Per me è sempre stato normale non assoluta normalità».
sentire, come fossi sorda fin dalla na-
scita. Ricordo che, all’asilo, non sentivo Sei molta attiva sui social. Qual è il
la maestra chiamarmi per dirmi che la rapporto che vorresti instaurare con i
scuola stava chiudendo. Alle elementa- tuoi followers?
ri avevo qualche difficoltà ad interagire «Mi piace molto condividere le mie espe-
con i miei compagni, ma alla fine trovavo rienze personali e lavorative sui social,
sempre il modo per giocare con gli altri. mi piace l’idea di incoraggiare i miei fol-
Ho cominciato a percepirmi “diversa” lowers sul fatto che niente è impossibile.
durante l’adolescenza. Mi chiedevo spes- Tutto e tanto dipende da noi, dalla nostra
so: Ma è possibile che io senta così poco volontà e impegno costante. Mi piace es-
nonostante le protesi acustiche? Non c’è sere l’esempio di come possiamo superare
un modo migliore per sentire e interagire i limiti per raggiungere i nostri sogni».
con le persone? Sì, c’era. E, quindi, decisi
di sottopormi a due interventi chirurgici: Cosa ti ha insegnato la disabilità?
due impianti cocleari, cioè due orecchie «“Disabilità” è un termine che la società
bioniche». ha imposto. Io mi sentivo “disabile” quan-
do portavo le vecchie protesi acustiche;
Com’è nata la tua carriera di modella? non ero autonoma e chiedevo spesso aiu-
«Per caso. Mi piaceva l’idea di essere fo- to ai miei familiari e amici. Ho iniziato a
tografata da un vero fotografo, in un vero sentirmi “normale” con i nuovi impianti
set fotografico. Ricordo che non stavo cocleari, con l’aiuto della logopedia, della
passando un bel periodo e avevo bisogno musica e l’impegno quotidiano. La disa-
di un pizzico di autostima. C’era un foto- bilità mi ha aiutata ad essere una persona
grafo nella mia zona che mi aveva colpito più empatica, sensibile e pronta ad aiuta-
particolarmente e provai a mandargli una re le persone in difficoltà».
mail. Mi rispose confermando l’interesse e
mi prenotò il set fotografico per fine mese. La tua definizione di “Forza”? E di
Wow! Ero felicissima! Sul set tirai fuori “Debolezza”?
tutta la grinta che avevo e iniziai a “gio- «La forza è essere positivi e propositivi
care” con le pose. Da lì è saltato fuori un verso la vita, cercare di affrontare i pro-
vero e proprio lavoro sul set fotografico. blemi con serenità e sempre con il sorri-
A questo seguirono dei colloqui con varie so. La debolezza è aspettare che si risolva
agenzia di moda e così è iniziato tutto». tutto da sé».
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