Page 52 - ViviJesolo-01-2024
P. 52
ATTUALITÀ
INTERVISTA Le domande possono cambiare la nostra prospettiva.
Anzi, possono cambiarci la vita. Magari in meglio.
A CURA DI Oppure in peggio.
FABRIZIO CIBIN
Com’è nato questo libro?
«Proprio dal fatto che le domande possono cam-
biare la nostra prospettiva. Ricordo che, durante il
Covid19, decisi di aprire su Instagram un program-
ma cui diedi il nome di “Chiedi a Paolo”: un modo
PAOLO per ringraziare i miei Follower dedicando loro del
BORZACCHIELLO
tempo. Solo che, invece delle domande, mi arriva-
CHIEDI vano delle considerazioni, del tipo: “Faccio fatica
a parlare con i miei figli”; oppure, “Non sono con-
tento del mio lavoro”. Ho cominciato a vedere che
la maggior parte delle persone non era in grado di
BENE Se le parole sono farmi delle domande; oppure me ne arrivavano di
orribilanti. Dopo una iniziale arrabbiatura, decisi
di riprendere la cosa e di iniziare a spiegare come
funzionava. Ho svelato l’arcano dietro alle parole,
importanti, come
sosteneva Nanni Moretti una sorta di lotta contro quello che definisco “ana-
falbetismo funzionale involontario”. Smistate le
nel celebre film tante domande che hanno iniziato ad arrivarmi, e
“Palombella Rossa”, suddivise per categoria, ne ho fatto un libro».
figuriamoci le domande.
Come sostiene Paolo Libro strutturato in tre parti: prima i dialoghi
Borzacchiello, uno dei immaginari con un “maestro”, poi le conver-
massimi esperti di sazioni, infine i consigli nella parte chiamata
intelligenza linguistica, Abracadabra. Ma lo sai che a me è piaciuta di
in libreria con “Chiedi più la prima parte?
bene e ti sarà dato. «È normale, perché sono dialoghi immaginari,
Le domande che blandi e poco impegnativi. Arrivano subito proprio
ti cambiano lo sguardo, perché appaiono inventati e, quando arriva la ri-
la mente, la vita” sposta, la fiocinata, del maestro, il cervello è pron-
(Mondadori). to, così come lo diventa per accogliere le soluzioni
conclusive».
Cosa noti nelle persone attraverso le domande?
«Che spesso c’è contraddizione tra ciò che si dice di
volere fare e quello che poi si fa veramente. Faccio
un esempio. Se chiedo ad un gruppo di persone se la
salute è importante, tutti mi rispondono di sì. Se poi
chiedo quando è stata l’ultima volta che ci si è presi
cura di sé stessi, allora le stesse iniziano a tentenna-
re. Il cervello è pigro: si dice di voler fare… Ecco, io
scrivo libri per aggirare questo ostacolo e per fare
succedere qualcosa».
Emerge che non sei per la positività a tutti i co-
sti: perché?
«Perché noi siamo anche i nostri problemi. Le paure
ci servono per sopravvivere. Gli ottimisti puri sono
tutti morti».
52