Alessio Cigliano – La voce da guerriero
Lo scorso ottobre, nei cinema italiani è tornato “Ken il guerriero”, storico film d’animazione giapponese con protagonista uno dei personaggi anime più amati di sempre: Ken Shiro. E in questa nuova edizione, restaurata e per l’occasione ridoppiata, tornano alcune delle voci originali che avevano fatto sognare i bambini tra gli anni ’80 e ’90. Una su tutte quella di Alessio Cigliano, voce di Ken Shiro, tornato a doppiarlo quasi 40 anni dopo.

Com’è nato l’amore per il doppiaggio?
«È nato facendolo. Da ragazzino mi sono imbattuto casualmente nel doppiaggio quando chiesi a mia perché i cartoni animati giapponesi parlassero italiano. Da li ho avuto una folgorazione per questa professione. Ho poi avuto modo di seguire alcuni turni in sala di doppiaggio e da li è diventata una passione e un lavoro».
Com’è cambiato il lavoro del doppiatore in questi ultimi anni?
«È cambiato molto perché si è passati dalla pellicola al digitale e questa è stata sicuramente un’innovazione interessante. Il doppiaggio è, quindi, cambiato com’è cambiato quello che si vede nello schermo in sala: man mano che gli attori cambiavano il modo di recitare, noi andavamo di pari passo».
Come, invece, cambierà nei prossimi anni?
«Difficile immaginare cosa potrà accadere. L’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per alcuni tipi di prodotti come, ad esempio, i documentari, dove spesso non richiedono una componente artistica. Ma se parliamo di doppiare attori come De Niro, ci vuole molto di più. Il cambiamento avverrà, ma noi lavoriamo artisticamente. Sarà sempre una produzione di talento, cuore, tecnica, emozione, tutti messi insieme».
Dopo 40 anni sei tornato in sala per Ken Shiro..
«La richiesta di Giorgio Bassanelli Bisbal, direttore del doppiaggio del film, di tornare in sala per Ken Shiro mi aveva particolarmente colpito. Chiesi di fare almeno un provino visto che erano passati 40 anni e non volevo fare un torto al film. Alla fine è stata un’esperienza incredibile poter dare voce al personaggio con una maturità vocale e professionale diversa. Ho avuto anche il piacere di assistere al turno di Graziella Polesinanti, altra voce originale della serie, che a 80 anni ha ripreso il ruolo alla grande. Tanta commozione».

Qual è la più grande sfida in sala di doppiaggio?
«Non tradire e lavorare in accordo con l’opera originale per creare un’opera diversa perché stiamo facendo una trasposizione linguistica e non una traduzione letterale. Dobbiamo tradurre il testo ma anche le emozioni per renderlo fruibile ad un pubblico di destinazione che legge le emozioni in maniera diversa».
Da 28 anni sei la voce di Samir, ispettore della serie tv “Cobra 11”: com’è far parte di un mondo come questo per cosi tanti anni?
«È stupendo. Ho incontrato l’attore Erdoğan Atalay quando mi hanno invitato a Colonia nel 2018, durante le riprese della serie. Dopo mezz’ora che stavo sul set mi ha detto “Se ti metto una divisa da poliziotto e giri un po’ per l’ufficio?” Cosi ho fatto anche la comparsa nella puntata. Gli ho scherzosamente detto che sono un po’ un suo stalker in quanto lo seguo nel doppiaggio da 28 anni. Tra noi c’è un ottimo rapporto e complicità».