C’è Techno nell’aria
Giovanni Daniele Menazza, classe ’74, abita a Musile di Piave. È conosciuto come “Mister Lele Dj”. Perché di lavoro far il dj. Molto speciale, non solo per la sua bravura e abilità, ma anche perché è un “sitting dj”, un dj in carrozzina. Non resistiamo davanti alle novità della vita e per questo gli abbiamo chiesto di parlarci un po’ di sé.
Ciao Daniele, puoi spiegarci il tuo tipo di disabilità?
«Sono affetto da tetraparesi spastica distonica disartria e, durante la giornata, necessito di un’assistenza h24. A 35 anni ho deciso di provare un intervento di “Deep Brain Stimulation”, cioè l’impianto di un elettro catetere intracerebrale profondo, connesso ad un neuro stimolatore sottocutaneo toracico. Questo sistema doveva migliorare la mia disabilità, ma non ha avuto l’esito sperato».
Quando hai iniziato a fare il dj?
«Avevo 19 anni quando ho messo i primi dischi su RSD – Radio San Donà, una emittente locale della mia città. È stato importante, perché mi ha permesso di capire la tecnica del “girare un vinile”. Un paio di anni dopo ho suonato per la prima volta ad una festa di paese. Nel 1998 ho iniziato a suonare nei club, da Jesolo a Treviso, Venezia, Oderzo, Lignano… Durante gli anni il mio genere musicale si è evoluto dalla house più facile e commerciale alla tech-house e deep-house. Ora collaboro con Yes Radio di San Donà».

Ho saputo che sei anche compositore e produttore: è così?
«Sì, nel 2009 è uscita la mia prima produzione musicale: Jungle in tre versioni; l’anno dopo esce Dbs. Nel 2012 do vita al gruppo DLG ed alla nostra prima produzione musicale: I don’t want to miss you e sono autore esclusivo della versione MLD Dreamer mix. Nel febbraio 2013 esce Kimba con l’amico Zen from “Fishbone-beat” e “Paraje”. Nella primavera 2015 produco “Feel About You” con la voce Alexandra Fox. Nell’estate 2016 esce la hit “Geyser drop” con il videoclip a seguito, insieme al collega Jody dj. Nel 2018 esce “My Jungle” con Andrea D’Alò, il pezzo entra nei Top 100 di Traxsource. Lo scorso anno ho prodotto, con l’amico Massimo Zennaro, il pezzo “The one” di Gianluca Urban per una casa discografica statunitense».
Incredibile! Quindi la tua disabilità non ti impedisce di seguire la tua passione musicale.
«Certo che no! La difficoltà maggiore è, piuttosto, far capire ai gestori dei locali che, pur essendo una persona con una grave disabilità, so suonare e far divertire la gente».
E il pubblico? Qual è il tuo rapporto con loro?
«Ottimo. Infatti, quando suono nei locali, noto che i ragazzi non guardano la mia disabilità, ascoltano solo la mia musica e, alla fine della serata, vogliono conoscermi».

Ti ispiri a qualche dj in particolare?
«A me stesso! No, dai, scherzo. A tutti e a nessuno, perché credo che ogni dj deve avere la propria personalità, la propria ispirazione nel creare emozioni».
Come definiresti il tuo “style”?
«Diversamente musicale! Cerco di creare atmosfere uniche e diverse, che trasmettano sensazioni al pubblico. La musica è un potentissimo mezzo di comunicazione. Tocca le corde più intime delle persone».









