I segreti della gondola
Venezia non sarebbe la stessa senza le sue famose gondole.
Anticamente erano il mezzo di trasporto dei nobili che si muovevano per rii e canali con la propria gondola personale e il proprio gondoliere di fiducia e facevano a gara per chi aveva la gondola più riccamente decorata con preziosi tessuti e addirittura con vero oro 24 carati; poi la Serenissima volle mettere fine a questa sorta di competizione e stabilì che le gondole avrebbero dovuto essere tutte nere, ai fini di mantenere un certo decoro. Non pensate che un giro in gondola sia prerogativa dei turisti, perché è un’esperienza magica da fare almeno una volta nella vita, soprattutto con il mio amico Emanuele, il gondoliere ecologista che aiuta a ripulire la laguna, girando con un retino e raccogliendo dai canali la plastica mentre vi racconta curiosi aneddoti dei molti clienti (anche personaggi famosi) che ha portato in giro in gondola.
Non tralasciate, poi, di visitare lo squero, il cantiere dove si riparano le gondole e se ne costruiscono di nuove; ne sono rimasti solo due in città, ovvero Tramontin e San Trovaso. Vi lascio con una curiosità. Il ferro da prua ha una sua simbologia tutta particolare: la parte alta del ferro simboleggia il cappello del doge; i sei denti rappresentano i sei sestieri di Venezia; il dente che sporge in direzione opposta rappresenta l’isola della Giudecca; la mezza luna, il ponte di Rialto; la forma ad “S” rievoca la forma del Canal Grande.