Padre e figlio d’acciaio
Michele e Federico Fontebasso, imprenditori di Jesolo di 61 e 34 anni, sono stati tra i 2.900 partecipanti all’Ironman Venice-Jesolo 70.3. Michele, reduce da un’operazione al menisco solo tre mesi fa, ha completato la gara in 5 ore e 22 minuti. Federico, alla sua seconda esperienza e con alle spalle un grave incidente che aveva messo a rischio un piede, ha chiuso in 4 ore e 48 minuti. Un’impresa straordinaria, che racconta forza, tenacia e un legame speciale: non capita spesso di vedere padre e figlio sfidare insieme un triathlon di questo livello.
Michele, quando ha deciso di affrontare l’Ironman?
«Lo scorso anno, vedendo l’emozione di mio figlio Federico al traguardo. La sua gioia mi ha colpito così tanto che ho deciso di provarci anch’io. Durante l’estate ho iniziato ad allenarmi in mare, la parte per me più difficile, simulando il percorso. I primi riscontri sono stati positivi, così ho continuato in piscina e in bici anche durante l’inverno».
Durante l’inverno com’è andata la preparazione?
«Tre mesi fa ho subito un intervento al menisco. Fino ad allora non potevo nemmeno allenarmi per la corsa. Ma non mi sono mai fermato: ci svegliavamo alle 5 del mattino per nuotare. Servono spirito di sacrificio e costanza».
Ha vissuto momenti difficili durante la gara?
«Onestamente no: ero concentrato solo sul traguardo, dove mi aspettava mio figlio. Quel momento ha ripagato ogni fatica. È stato come realizzare un sogno: non capita spesso, a 61 anni, di correre fianco a fianco con il proprio figlio in un Ironman».
Federico, com’è nata la voglia di metterti in gioco con Ironman?
«Cinque anni fa ho avuto un incidete stradale, investito da un’auto. Sono rimasto a casa per un anno con un fissatore in titanio sulla gamba. Non potevo muovermi. Quando me l’hanno tolto mi hanno detto che non avrei potuto più fare sport».
E invece?
«Da quel momento ho iniziato a fare nuoto, quindi ho fatto una fisioterapia importante. Sono tornato a camminare senza zoppicare».
Il passo successivo?
«Ho iniziato ad andare in piscina a Monastier con un amico. Lì ho conosciuto i responsabili di Jesolo Thriathlon che mi hanno convinto ad iscrivermi alla società».
Da quel momento è nata una nuova sfida
«Un anno fa ho fatto il mio primo Ironman 70.3: i 21 chilometri li ho fatto tutti camminando in oltre tre ore. Successivamente, dopo una vista medica, ho iniziato a correre. L’ultimo Ironman 70.3 sono stato sotto le cinque ore: un risultato importante».
L’emozione di gareggiare con tuo papà?
«Enorme! Lui si era emozionato vedendomi all’arrivo lo scorso anno. Ci siamo allenati assieme, all’alba in piscina e in biciletta dopo il lavoro».