Il gioco in età evolutiva – Un viaggio tra psicologia ed educazione
Giocare è un affare serio. Il gioco è un elemento fondamentale nello sviluppo dei bambini, fungendo da ponte tra il mondo esterno e la loro crescita interiore. Il gioco non è, quindi, solo divertimento ma è un potente strumento di apprendimento. Ce ne parla la dottoressa Lorenza Furlan, psicologo dell’età evolutiva e psicoterapeuta.
Come cambia il gioco nelle fasi dello sviluppo?
Gioco simbolico: questo tipo di gioco, che emerge intorno ai 2-3 anni, permette ai bambini di esprimere emozioni e pensieri attraverso la fantasia.
Gioco di ruolo: a partire dai 4-5 anni, i bambini iniziano a impersonare ruoli diversi. Questo non solo stimola la creatività, ma favorisce anche l’empatia e la comprensione sociale.
Gioco strutturato: attività come lo sport e i giochi da tavolo aiutano a sviluppare abilità cognitive e sociali. Questi giochi insegnano la disciplina, il lavoro di squadra e la risoluzione dei problemi.
I miei consigli per i genitori.
Incoraggiare il gioco libero.
Lasciare che i bambini esplorino liberamente. Non sempre è necessario intervenire, la scoperta autonoma è la migliore forma di apprendimento.
Partecipare al gioco.
Giocare insieme ai propri figli crea legami emotivi ed offre opportunità per insegnare valori importanti come la cooperazione e il rispetto.
Offrire varietà.
Fornire una gamma di giochi e attività stimola diverse aree dello sviluppo. Dai giochi creativi a quelli fisici, ogni esperienza contribuisce alla crescita del bambino.
I libri consigliati per approfondire.
Italiani:
“Il Gioco e il Bambino” di Anna Maria De Luca
“Giocare per Crescere” di M. Teresa De Marco
Tedeschi:
“Die Bedeutung des Spiels für die Entwicklung” di Klaus Fröhlich-Gildhoff
“Spielend Lernen” di Andreas Fröhlich









