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LA VIA DEL MARE
OVVERO
LA “DEMOCRAZIA Punti di Vista
GOVERNANTE”
Ho iniziato a fare politica attiva quando avevo 17 anni. Era il 1961.
Allora il dibattito politico era catalizzato da due problemi.
Una nuova sede municipale ed una strada di ingresso a Jesolo.
A CURA DI
GIAMPAOLO ROSSI Sulla nuova sede municipale il problema era: dove farla? Ovviamente al Lido – tifavano
alcuni – centro vitale dell’economia della città. Non se ne parla nemmeno, ribattevano
dal centro storico e dall’entroterra: facciamola al posto delle vecchie scuole elementari,
dietro l’attuale biblioteca. Ispirandosi a Salomone qualcuno indicò la soluzione di com-
promesso: tra il Lido e il centro, poco dopo l’attuale Ca’ Silis. Il tiramolla si protrasse
per vent’anni. Il nuovo municipio fu inaugurato alla fine degli anni ‘80. Sulla nuova
strada per Jesolo una prima ipotesi prevedeva un percorso ai bordi della laguna, lungo
la via Drago Jesolo e via Cristo Re. Fu bombardata da chi diceva che così il centro del
Paese moriva e chi giurava che si sarebbe rovinata la laguna. L’attuale tracciato vide la
luce a metà degli anni ‘80. Cioè una ventina d’anni dopo. Capite dove voglio arrivare?
Alla Via del Mare. Anch’essa avvitata su discussioni senza fine. Non entro nel merito.
Mi limito ad una questione di metodo. È saggia politica, è buon governo una discussio-
ne permanente che non approda mai ad una scelta? I problemi hanno bisogno di anali-
si, approfondimenti, confronti ma – vivaddio – anche di decisioni. Mi hanno insegnato
che questo metodo si chiama “democrazia governante”.
Cartolina d’epoca DAGLI ARCHIVI DI GIUSEPPE ARTESI
JESOLO
BATTE MONETA.
I MARENGHI
D’ORO
In aprile il Kursaal ebbe un grande marenghi (ventimila lire) in oro portava
afflusso di jesolani alla presentazione sul retro una allegoria rappresentante
dei “Marenghi del Sole” da parte di un cavalluccio marino e due bagnanti.
Diego Casarin, presidente dell’Azienda Queste monete erano una coniazione
Autonoma. I marenghi, disegnati ufficiale della Zecca italiana ad opera del
da Salvador Dalì, erano una serie di prof. Di Giandomenico (…). L’iniziativa era
monete coniate in oro ed in argento patrocinata dal Ministero del Turismo e
suddivise in tre categorie: quelle da dello Spettacolo. (…) Ci si augurava che il
un Marengo (mille lire) era in argento e turista, appagato dall’ospitalità del luogo,
riproduceva sul retro la nostra ochetta, acquistasse un “Marengo” come souvenir,
il 10 marenghi (10 mila lire) in oro portava con la sensazione di portarsi a casa un JESOLO 50 ANNI DI STORIA DELLA CITTÀ,
DA GIUSEPPE ARTESI
il simbolo araldico di Jesolo, mentre il 20 pezzettino d’Italia. DAL 1950 AL 2000
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