Venezia con Serena… il ghetto ebraico
Non tutti sanno che la parola “ghetto” fu inventata dagli antichi veneziani nel 1500 e che il ghetto ebraico veneziano è il più antico al mondo!
In un periodo in cui gli ebrei venivano perseguitati ovunque, Venezia, che era già una città cosmopolita e di larghe vedute, li accolse. Inizialmente riservò a questo popolo un’area circoscritta esattamente dove si trovavano le nuove fonderie dell’arsenale (in veneziano fonderia si diceva ghèto, ecco perché gli ebrei dicevano che vivevano nel ghetto), successivamente dedicò loro anche l’area delle nuove fonderie. Queste aree erano ben delimitate e separate dal resto della città da dei portoni (gli stipiti sono ancora ben visibili) che venivano aperti la mattina e chiusi al tramonto; gli ebrei non potevano uscire dal ghetto di notte.
Gli ebrei a Venezia iniziarono un’attività di presta-denaro (che i veneziani non potevano svolgere per motivi religiosi) e così aprirono i banchi dei pegni; uno si può visitare in campo del ghetto nuovo ed è il banco rosso, dal colore della ricevuta che veniva rilasciata e da qui ebbe origine il modo di dire “essere in rosso”.
Se passeggerete un giorno nel ghetto di Venezia, vi invito a scovare le 5 sinagoghe presenti, che sono ben mimetizzate in mezzo agli altri edifici, e non scordate di acquistare il biglietto al museo ebraico che vi darà diritto a visitarle. Il ghetto cessò di esistere nel 1797 con l’invasione napoleonica, ovvero caddero le restrizioni cui dovevano attenersi gli ebrei, ma tuttora in quest’area vive un’attiva comunità e il sabato, per onorare lo shabbat, li si può vedere riuniti in campo.
