Racu & Ringo: a voi il TEDxJesolo

Intervista doppia ai presentatori della seconda edizione dell’evento

Lei è stata una grande campionessa di volley, Campionessa del Mondo nel 2002 con la Nazionale, oggi commentatrice per le principali piattaforme sportive. Lui è un dj, conduttore radiofonico e televisivo; nelle sue vene scorre il rock n’ roll ed è l’anima di Virgin Radio. Rachele Sangiuliano e Dj Ringo saranno i conduttori della seconda edizione del TedxJesolo, che si terrà al Teatro Vivaldi il 29 aprile. Insieme nella vita, per la prima volta insieme su un palco, noi li abbiamo messi uno di fronte all’altra in questa intervista doppia.

COS’E’ PER TE LA PASSIONE?

«La passione è il fulcro attorno a cui ruota ogni mia scelta. Tutte quelle fatte nella mia vita, anche personali, fatte per la passione. Per anni è stata la pallavolo, poi la scelta della mia vita. Faccio anche d’istinto; poi, con gli anni, subentra anche un po’ di ragionamento. In generale mi faccio molto guidare da sensazioni ed emozioni. Sono fortunata per il fatto che la mia passione è stata il mio lavoro, anche ora».

«E’ come il rock, fa parte della mia vita. Tutto quello che ho fatto, anche gli errori, l’ho fatto con passione. Può diventare il mio punto debole, come la criptnoite per Superman, ma non immagino un mondo senza passione. Ci vivo, anche con gli errori. Ho imparato a calibrarmi, controllarmi, a siringarmi dosi di autocontrollo; ma non troppo, perché sennò troppo freddo».

QUANTO CONTA NELLE COSE CHE FAI?

«Molto, anche per andare a correre. Se non mi diverte più, non lo faccio più».

«Conta al 90%… passione, istinto… A volte se avessi contato fino a cinque forse avrei fatto meno errori, ma me li tengo anche come esperienza».

LA PASSIONE, MA ANCHE LE PERSONE: CHI TI SENTI DI RINGRAZIARE PER AVERTI AIUTATO NELLA TUA VITA, PERSONALE O PROFESSIONALE?

«In generale la mia mamma prima di tutto; il modo in cui lei ha cresciuto me e mio fratello. Le devo tantissimo. Mi ha sempre lasciato libera di esprimermi, di fare quello che più mi piaceva e mi appassionava. A prescindere dal risultato. E questo ha sempre guidato la mia vita. Per la mia “prima vita”, quella nel volley, Giuseppe “Beppe” Giannetti. Da lui ho avuto tanti insegnamenti, al di là della parte tecnica, ma per la dedizione, la disciplina, il non arrendersi mai. E poi il mio compagno, perché in ogni mia decisione c’è un confronto continuo per lui. Poi discutiamo, certo, ma mi ha aiutato tantissimo nella vita. Fai quello che ti senti… me lo ripete sempre».

«Ho avuto degli amici che mi hanno aiutato, che mi hanno detto di non andare in quel locale perché pericoloso… gesti di amici zia sincera data senza chiedere nulla in cambio. Mi sembra di parlare di secoli fa, perché mi manca tanto quel lato».

UNA COSA CHE HAI FATTO E DI CUI TI SEI PENTITA/O?

«Professionalmente ho preso delle scelte non corrette. Magari avere detto determinate cose, quando ero giovane, per portare avanti determinati valori, senza pensare alle conseguenze. Quante volte mi sarebbe piaciuto ritornare indietro, con la testa di oggi».

«Sarei scontato a dire gli amori. A volte troppa passione. E’ capitato anche che ho esagerato e sono rimasto con pugno mosche. Anche sul lavoro a volte è capitato, perché troppa passione a volte spaventa. Ci sono tanti voltafaccia, serpentelli. E usano il tuo modo di essere per fartelo pesare. Però rimango dell’idea che se sei te stesso, onesto, per me è essere una bella persona».

E QUELLA DI CUI VAI FIERA/O?

«Sono molto fiera  e molto orgogliosa della vita che faccio e che mi sono creata. Anche a livello umano, grazie anche allo sport che ho fatto e al ruolo che ho ricoperto, ho avuto l’opportunità di sviluppare una discreta empatia con le persone e mi rendo conto di avere tessuto relazioni sincere. E questo mi fa estremamente piacere».

«Li metto per scontati gli affetti familiari. Ho fatto cose, tipo vivere a Los Angeles negli anni Ottanta; essere andato a Londra nel ‘78 in piena epopea punk, in tempi in cui non era facile viaggiare. Mi sono fatto le ossa e molto orgoglioso di avere fatto tutto».

COSA PENSI DI DARE DI TUO A QUESTO TED?

«Sicuramente la passione che ho dentro. Mi affascina tantissimo sentire raccontare della propria vita; c’è da apprendere da tutti. Penso che questa mia inclinazione a cercare di assorbire dalle persone, potrebbe essere il valore aggiunto».

«Spero di poter portare la mia esperienza, in forma di energia, il mio osservare e ascoltare… Voglio venire come un artista che lavora, ma anche come persona. Tutti i posti che mi chiamano vogliono Ringo il professionista, a me piacerebbe a volte venire come sono io in forma privata. E magari riuscirò a farlo per qualche minuto».

CHI CI METTE PIU’ PASSIONE IN QUELLO CHE FA?

«Ho una stima, professionale, che è esagerata. Lui sicuramente è mosso dalla passione. Sta male se le cose non vengono come vorrebbe. In radio, ad esempio, lui è direttore artistico, ma è come fosse sua. Poi lo sport alimenta la passione».

«Penso di essere quello più passionale, lei è più atleta. Possono asciugare il campo come fare il punto, poi vado a bere, vado a presentare».

JESOLO PER TE E’?

«E’ casa. L’avrei voluta vivere di più da giovane. Vi racconto questo aneddoto. Forse sapete che io corro. Ecco, ho iniziato a fare, ogni anno, Noventa-Jesolo, lungo il Piave, di corsa».

«Il posto in cui mi trovo molto bene, dove ho tanti amici. Mi piace starci, è a misura d’uomo e per me milanese è importante. Poi è la terra della mia ragazza e, quindi, è normale considerarla “casa”»

PROGETTO A CUI STAI LAVORANDO?

«Sono diversi e su vari fronti. Mi piace anche molto questa cosa che faccio delle telecronache. Poi ci sono i Giochi Olimpici…».

«La vita. Il mio progetto numero uno, in cima alla lista, tutti i giorni. Senza la vita, il sorriso e la voglia di cazzeggiare un po’, non mi viene voglia di fare altro. Mi dà energia per creare nuovi progetti. La mia vita è un concept».

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