Biostimolazioni e bioristrutturazioni: prendersi cura della pelle, senza stravolgimenti
Le biostimolazioni e le bioristrutturazioni fanno parte di una famiglia di trattamenti discretamente ampia. L’obiettivo comune è stimolare i fibroblasti, le cellule preferite da tutti in quanto responsabili della produzione di collagene, acido ialuronico ed elastina. Il trattamento riattiva il turnover cellulare, stimolando la produzione di collagene ed elastina e promuovendo un effetto antiossidante. Il tutto contrastando l’azione dei radicali liberi e ristabilendo gli equilibri fisiologici delle funzionalità cutanee. Mi piace distinguere biostimolazioni e bioristrutturazioni, soprattutto per rendere chiara la differenza tra le due.
Le biostimolazioni comprendono le cosiddette “vitamine” (effettivamente, esistono prodotti che sono composti da un insieme di vitamine con o senza aggiunta di acido ialuronico) e l’acido ialuronico, usato come biostimolante grazie alla sua capacità di idratare la cute e stimolare i fibroblasti. Le bioristrutturazioni, invece, prevendono generalmente l’uso di materiali differenti dall’acido ialuronico, come idrossiapatite di calcio o acido polilattico, hanno uno stimolo differente sul collagene e si utilizzano maggiormente quando la pelle ha subito più danni.
Ogni quanto va fatto il trattamento?
L’effetto della biostimolazione può durare da qualche mese a un anno, a seconda del tipo di sostanza utilizzata e della tecnica impiegata; per mantenere i risultati è generalmente necessario ripetere il trattamento periodicamente.
Su quali parti del corpo viene usato?
Può essere usato su diverse parti del corpo: il viso, il collo, il décolleté, le mani e altre aree soggette all’invecchiamento cutaneo. È particolarmente efficace per ridurre le rughe e migliorare l’aspetto delle cicatrici da acne, ma può anche essere utilizzato per prevenire i segni dell’invecchiamento o per mantenere la pelle sana e idratata.

Quali sono i periodi dell’anno migliori?
Non esiste un periodo perfetto, può essere eseguito tutto l’anno. Certo, quando la pelle è maggiormente stressata ha chiaramente bisogno di un supporto ulteriore, quindi durante il periodo estivo, così come prima o dopo è fortemente consigliato.
Quali sono le differenze tra biostimolazioni e filler?
La differenza fondamentale è il tipo di acido ialuronico, come viene prodotto dall’azienda e quindi dall’effetto che le caratteristiche reologiche del materiale hanno una volta raggiunta la nostra cute. L’effetto di un filler è tendenzialmente quello di creare nuovo volume, anche se sussiste un fatto interessante, che probabilmente avrete notato se vi siete già sottoposte in passato a un trattamento con acido ialuronico: anche quando viene usato un filler a base di acido ialuronico, per migliorare o correggere l’aspetto volumetrico di una zona, è tutta la zona a migliorare, anche la cute, e questo è dovuto alle particolari capacità stimolanti dell’acido ialuronico.
Perché un filler dura di più?
Come sappiamo l’acido ialuronico è naturalmente presente nella nostra cute come polimero all’interno della matrice extracellulare, dell’umor vitreo e della cartilagine. La quantità totale di acido ialuronico in una persona di 70 kg è di 15 grammi e subisce un turnover (cioè un ricambio) di 5 grammi ogni giorno. Circa il 50% dell’acido ialuronico presente nel corpo umano è concentrato nella pelle e la sua emivita è di 24-48 ore.
Al fine di rendere più stabile l’acido ialuronico usato per il filler, vengono utilizzati diversi prodotti, più frequentemente il 1,4-Butanediol diclicidil etere (BDDE), un agente detto “crosslinkante”. La gran parte delle aziende produttrici (e anche da qui si capisce l’importanza dell’azienda scelta dal medico) purifica il proprio acido ialuronico sino a portare il BDDE al di sotto delle 2 parti per milione, per renderlo non tossico e non genotossico.
Le biostimolazioni contengono acido ialuronico, quando presente, senza questo agente, e quindi durano meno.