Il fascino del pericolo

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Fiore bello, utile e altrettanto pericoloso.

Se, passeggiando in montagna, doveste imbattervi in una spiga alta circa un metro dal fiore blu scuro e molto carnoso, molto probabilmente vi trovate davanti all’Aconito Napello.

L’Aconitum napellus – anche noto come aconito napello o, più semplicemente, aconito – è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae.

Nel dettaglio, l’aconito è molto comune nelle aree montane dell’Europa, dell’America del Nord e dell’Asia, dove per molto tempo ha trovato impiego nelle diverse medicine popolari e in riti religiosi e sciamanici.

Per diversi anni, inoltre, l’aconito è stato sfruttato anche dalla medicina tradizionale per il trattamento di dolori di origine nevralgica.

Attualmente, l’aconito napello viene considerato come una pianta tanto bella quanto tossica e, per tale ragione, il suo uso nel campo della medicina tradizionale è stato ormai abbandonato. Tuttavia, esso trova ancora diverse applicazioni in ambito omeopatico. I suoi tuberi contengono principi attivi altamente tossici. In verità, le sostanze tossiche sono presenti in tutte le parti della pianta, ma nelle radici e nei tuberi si trovano in concentrazioni maggiori.

Tenete conto che l’aconitina presenta una tossicità così elevata da essere considerata il secondo veleno vegetale più attivo del mondo (il primato spetta all’Aconitum ferox del Nepal).

Gli effetti tossici della pianta si esplicano soprattutto a livello del cuore e del sistema nervoso, principalmente ad opera dell’aconitina, della mesaconitina e dell’ipaconitina, benché  tutti gli alcaloidi dell’aconito risultino essere tossici.

L’intossicazione da aconitina può avvenire non solo per ingestione, ma anche per via transcutanea e a bassi dosaggi.

I tipici sintomi che si manifestano in seguito all’avvelenamento da aconito napello, sono:

  • Sensazione di formicolio a lingua, labbra, volto, gola e arti
  • Senso d’angoscia
  • Secchezza delle fauci
  • Sensazione d’intorpidimento e di freddo
  • Miastenia
  • Vertigini
  • Nausea e diarrea
  • Alterazione del ritmo cardiaco
  • Collasso cardiorespiratorio

Solitamente, durante la manifestazione di tali sintomi, lo stato di coscienza del paziente avvelenato non viene mai alterato e la morte sopraggiunge per arresto respiratorio.

Purtroppo, al momento non esiste alcun antidoto in grado di contrastare l’avvelenamento da Aconitum napellus. Pertanto, l’unico trattamento disponibile in caso d’ingestione consiste nell’evacuazione immediata mediante vomito indotto o lavanda gastrica. Naturalmente, il paziente intossicato dev’essere immediatamente ospedalizzato, al fine di ricevere tutte le terapie di supporto necessarie.

Autore /

Progettista e compositore floreale, ha appreso questa professione attraverso l’attività di famiglia e molti studi in questo ambito. Propone realizzazioni romantiche, razionali, sensibili. Flowerdesigner nella storica fioreriaroma Jesolo, tutor nella trasmissione Detto Fatto su Rai2

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