Federico Buffa: Jesolo, che emozione

Federico Buffa è uno di quei giornalisti che ammalia. I suoi racconti sono sempre dei viaggi. Lo sappiamo anche a Jesolo, dove ha portato a teatro alcune delle sue più belle rappresentazioni, come “Muhammad Alì. Un uomo decisivo per uomini decisivi”. Lo incontriamo a Valle Cavallino, per la festa del TedxJesolo. È affascinato di quell’ambiente e di quel tramonto che, quando gli chiediamo una intervista, ci risponde: va bene, ma per parlare della vostra città. Accontentato.

Torni sempre volentieri Jesolo?

«Evidentemente è una affinità elettiva. Lo so che magari per la gente del posto suona strano, ma il momento in cui l’ho amata di più è quando sono venuto a febbraio: mi sono svegliato presto alla mattina, c’era un’alba sul mare che vedevo dalla mia finestra e ho pensato: adesso scendo, non c’è nessuno… e sai chi incontro? Il maestro che suonava con me la sera precedente. Quelli che non vivono questo mondo e che sono attratti visceralmente dal potere vedere un’alba sul mare.
L’Adriatico è un mare complice e, quindi, è un po’ diverso dagli altri posti e tornare qua è molto piacevole».

È così che dovremmo promuovere il territorio: facendo vivere queste emozioni in prima persona?

«Perché, questo territorio ha bisogno di essere promosso? Non è sufficiente? Guarda, una delle mie migliori amiche, che è una signora slovacca, mi ha detto che lei è arrivata diciannovenne qui, a Jesolo, qualche decennio fa; è diventata tifosa dell’Inter, perché chi gestiva il locale aveva la maglia e il gagliardetto dell’Inter. Pensa che imprinting. Tu vieni qua e vedi un mondo che è meravigliosamente di mezzo. Il mondo di questo veneto tiene insieme l’Oriente, che Venezia ha sempre frequentato e dominato, e il mondo Occidentale che, però, è legato a Venezia; arriva qualcuno che viene dall’Impero (dalla Slovacchia), arriva qua e dice: perché mi sento a casa? E in pochi minuti sei stata conquistata. Direi che questa è una terra di mezzo che fa la differenza nella storia dell’umanità».

Ci giriamo e ci accorgiamo che, sulla laguna, si riflette uno splendido tramonto. Federico: è difficile non farsi coinvolgere con una situazione così, che esce dai soliti stereotipi di Venezia e della laguna, non trovi?

«Recentemente ho interpretato anche qui a Jesolo uno spettacolo che ricordava la vita di Fabrizio De Andrè. Lo registriamo e diceva: anche Attila, arrivato davanti al mare, si è fatto delle domande. Si Attila, e gli altri come lui, avessero saputo navigare, la civiltà veneziana sarebbe stata messa probabilmente da un’altra parte della storia perché, a quel punto, avendo avuto lui e gli altri la paura del mare, i veneziani hanno costruito un’idea di Venezia, che poi hanno portata in quella che diventata Venezia. Quindi, venire qua è sempre interessante, perché Venezia è meravigliosa dentro, ma è ancora più ispirante vista da lontano, perché hai la sensazione della Laguna, che ce l’ha una città».

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