I 40 anni del Monumento al Carabiniere

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In piazzetta Pompilio Verago un pezzo di storia del nostro Paese

La città ha celebrato il quarantesimo anniversario del Monumento al Carabiniere, opera che ha visto la luce nel 1983 grazie ad un comitato di cittadini e la cui memoria viene mantenuta viva grazie all’intraprendenza della sezione di Jesolo dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Si trova in piazzetta Pompilio Verago, al quale è anche intitolata la sezione locale ANC, proprio di fianco a piazza Drago. L’opera, eseguita dallo scultore Augusto Murer, racconta una parte importante della storia del nostro Paese: quando prese forma era il 1983, il famigerato periodo degli Anni di Piombo e delle Brigate Rosse, costato la vita a uomini politici ma soprattutto a molti appartenenti alle Forze dell’Ordine.

“Carabiniere in grande uniforme che veglia il collega morente nell’adempimento del proprio dovere”, questo il messaggio che lo scultore ha voluto trasmettere con quest’opera bronzea, che riassume nella sostanza quella che è la missione dei Carabinieri: servire il Paese con abnegazione e sacrificio, sempre e ovunque.
Il Comitato che, nel 1983, ha permesso la realizzazione del Monumento al Carabiniere era composto da: commendatore Umberto Verago, Maresciallo Maggiore Mario Saccone, Maresciallo Aldo Bortoletto, Appuntato Franco Merigo, i carabinieri Gianni Davanzo, Angelo Scapolan e Pietro Enzo, il simpatizzante Gerardo Gualtieri, il Brigadiere Giovanni Mazzuia, gli appuntati Erico Gatti e Salvatore Rapisarda, Luciano Parisotto.

Chi era Pompilio Verago

Pompilio Verago (1896-1978) era uno jesolano Medaglia d’Oro al Valor Militare. Padre del Carabiniere Umberto Verago, alla sua memoria sono intitolate la locale sezione ANC-Associazione Nazionale Carabinieri ed una piazza del litorale. Interessante leggere la motivazione per il conferimento dell’importante riconoscimento.

“Durante l’XI Battaglia dell’Isonzo (17 agosto-29 settembre 1917) meritò la Medaglia al Valor Militare con la seguente motivazione: addetto ad un comando di reggimento, dava continue prove di coraggio durante aspri combattimenti. Con profondo spirito di sacrificio, si offriva volontario varie volte a portare ordini attraverso un terreno intensamente battuto dalle artiglierie nemiche di grosso calibro, e attendeva al suo compito con serenità ed intelligenza. Carso, quota 244, 23 agosto 1917”.

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