Il mio ufficio fronte mare
La possiamo incontrare tutti i giorni in spiaggia, tra le piazze Aurora e Marina, con il suo carretto dei gelati. Eva Taborra è una dei soci di Jera Ora, società che gestisce due carrettini a Jesolo e due a Eraclea.
Come hai iniziato questo lavoro?
«Lavoravo in un bar, ma volevo cambiare. Il mio fornitore del caffè, un giorno, mi ha chiesto se volevo comprare un carretto dei gelati. Non ci ho pensato due volte, abbiamo creato una società con altre due persone e abbiamo preso quattro carrettini».
Com’è una tua giornata tipo?
«Alle otto e un quarto sono in magazzino per preparare il carretto per andare in spiaggia. Dalle dieci alle sette di sera sto in spiaggia e poi torno, sistemo il carretto, lo pulisco, lo metto in carica e, verso le otto e mezza, vado a casa».
C’è differenza tra clienti italiani e stranieri?
«Sicuramente per le abitudini e gli orari. Noi italiani andiamo in spiaggia presto, pranziamo a casa o al chiosco, ci riposiamo e poi torniamo in spiaggia fino a sera; consumiamo soprattutto al pomeriggio, nella classica ora del gelato. Gli stranieri sono abituati a fare una colazione più sostanziosa e a stare in spiaggia tutto il giorno e, quindi, per pranzo prendono magari un frullato di frutta, un gelato bello grande e, verso le cinque, vanno via per prepararsi per la cena. Altra differenza: una famiglia di italiani ordina sicuramente tutte cose diverse, una famiglia di tedeschi ordina più o meno la stessa cosa».

Quali sono le difficoltà principali di questo lavoro?
«Sto molte ore in piedi, spesso al caldo, e non è sempre facile far coincidere la vita privata, le amicizie, la gestione della casa. Un’altra difficoltà è il fatto di dipendere moltissimo dal meteo».
E la tua parte preferita?
«Il contatto con la gente e il legame che si crea con tutto il gruppo spiaggia dei lavoratori, dai bagnini di terra e di torretta, ai gestori delle concessioni, dai miei colleghi di carretto alle persone dei chioschi. E poi il fatto di avere un ufficio… vista mare!».
Come sono cambiati i carrettini negli anni?
«Noi, negli ultimi dieci anni, abbiamo cambiato tutti i carrettini, dotandoli di radiocomando, mettendo la pedana su tre lati e, in uno, abbiamo addirittura messo i pannelli fotovoltaici».
Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere un lavoro come il tuo?
«Che non manchi mai la voglia di lavorare, cercare di non delegare niente ed esserci sempre in prima persona. E, poi, essere ambiziosi, ponderare bene le scelte e non avere paura di sbagliare».