La musica come antidoto

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In un grande palco allestito in piazza Mazzini, Beatrice Venezi dirigerà l’orchestra de I Virtuosi Italiani nel celebre “Sogno di una notte di mezza estate”. Lo spettacolo venerdì 5 settembre, alle 21. 

Maestro, cominciamo proprio dal concerto in piazza Mazzini: da una parte si evidenzia il percorso della città di portare la cultura in vacanza; dall’altro, in un luogo  a volto un po’, per così dire, difficile.

«Mi sembra una operazione assolutamente meritoria. Personalmente credo tantissimo nel valore della musica e della cultura in ottica sociale. Io stessa ho lavorato molto tempo a Napoli, che nel tempo ha creato una vera e propria comunità di orchestre. Lo dicono anche studi scientifici: essere esposti al bello, possibilmente fin dalla più tenera età, porta a ricercare il bello anche da adulti. Ritengo fondamentale, in una società come la nostra, il ruolo della musica come azione educativa».

A Jesolo c’era già stata?

«Probabilmente da bambina, ma non ricordo, per questo sono felice di conoscerla. E quando Arteven mi ha proposto questo tipo di iniziativa, ho risposto subito di “sì”, anche per instillare curiosità in un pubblico che magari non frequenterebbe queste situazioni. Tra l’altro portiamo un brano ispirato al mare, pensando fosse perfetto per questa occasione».

Forse la domanda è banale, ma cosa si prova a dirigere una orchestra?

«Non lo è per nulla, anzi. Dirigere è un atto creativo molto importante. È prima di tutto un atto di fiducia tra persone, quasi un atto di fede, perché il direttore non suona nessuno strumento e si affida alla volontà dei suoi musicisti per rendere in note il proprio pensiero. Ci sono tanti modi per intendere questo ruolo: per alcuni è un atto di comando, di potere, mentre per me vale il concetto di squadra, per giungere ad un risultato condiviso. Tra di noi non ci si parla, anche perché il tempo non c’è, per cui ci vuole una forte intesa e quando avviene si ottengono i valori più alti».

Anche perché non a tutti gli elementi può stare “simpatico” il maestro…

«Il punto è proprio questo. Le faccio un esempio: nell’ultimo concerto che ho diretto prima di questa intervista, avevo 85 coristi, oltre 70 elementi in buca, più i ballerini; ognuna di queste persone può avere la propria idea. Il direttore deve avere la propria visione e la propria idea e la deve comunicare (quasi senza… comunicare, a volte solo con la mimica facciale), convincendo della bontà delle proprie idee».

Lei è molto giovane, ma ha già raggiunto molti successi: pensa, nella sua idea di direzione, di avere raggiunto la perfezione?

«Mi piace pensare che, fino a quando si vive, si possa imparare. La routine è la cosa peggiore che può capitare, perché si perde quella scintilla, la miccia che accende la musica e l’arte».

La bambina Beatrice sarebbe contenta di vedere dov’è arrivata il maestro Venezi?

«Fin da subito ho avuto l’idea della direzione d’orchestra, che è arrivata presto. E la fortuna è stata quella di incontrare un grande come Piero Bellugi, che non mi ha mai fatto pesare la differenza di genere. Problema, quest’ultimo, che ho vissuto, inutile nascondersi, il problema c’è. Ma non l’ho mai visto come un ostacolo. Da quando, poi, lavoro al Teatro Colon, mi dà ulteriore forza, perché qui sono passati i più grandi e qui sono accolta a braccia aperte».

Dove le piacerebbe esibirsi ancora?

«I posti sono tanti, come il Met di New York o a San Pietroburgo…».

Passando per piazza Mazzini di Jesolo…

«Sono importanti anche questi contesti. Oggi non è facile portare pubblico in teatro, perché per anni la cultura è stata per pochi e per chi “ne capisce”. Questi concerti aiutano ad avvicinare le persone ed a fare capire che nessuno deve sentirsi escluso da questa grande bellezza».

Giornalista professionista, da anni è corrispondente per il NordEst di RTL 102.5 (operando nei settori informativi della cronaca nera, bianca e politica ed inviato per la redazione sportiva dallo stadio di Udine) e de Il Gazzettino. E’ stato autore e conduttore di programmi televisivi di emittenti regionali. Segue uffici stampa, soprattutto in ambito turistico. Moderatore di convegni. Presentatore di rassegne di incontri con gli autori di importanza nazionale e internazionale. Da tre anni è direttore responsabile della rivista ViviJesolo.

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