Lo sport si fa arte

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Gli artisti della sabbia hanno dedicato l’edizione 2025 del Festival delle Sculture di Sabbia, ai grandi eventi sportivi

Li abbiamo visti al lavoro sui grandi blocchi di sabbia in piazza Brescia dal 18 aprile al primo maggio e adesso possiamo finalmente ammirare le loro maestose opere, che saranno esposte per tutti i visitatori dal 4 maggio al 5 ottobre. Tema di quest’anno dello storico evento, il mondo dello sport, per ricordare l’importante riconoscimento conferito a Jesolo di “Città europea dello sport” da Aces Europe, associazione no profit con sede a Bruxelles che premia le capitali e le città che valorizzano lo sport come fattore di integrazione nella società, per il miglioramento della qualità della vita e la salute di chi lo pratica. Anche in questa edizione le sculture sono state realizzate da grandi artisti provenienti da varie parti del mondo, coordinati dal direttore artistico David Ducharme (Canada).

VI RACCONTO LE SCULTURE

La jesolana Elena Lana, componente della direzione artistica di Jesolo Sand Nativity, racconta i segreti delle sculture di sabbia.

Cosa rende la nostra sabbia particolarmente adatta ad essere scolpita?

«La sabbia del nostro litorale deriva dall’erosione dei fiumi che, passando per le Dolomiti, trasportano fino alle foci quel materiale che diventa sabbia, che ha una granulometria particolarmente adatta ad essere scolpita perché non è né troppo sottile né troppo grossa, e questo permette di realizzare anche i dettagli più piccoli».

Alcune sculture sembrano proprio reali, qual è il segreto di questo effetto?

«Negli ultimi anni gli scultori hanno adottato una tecnica che consiste nel passare sulla superficie della scultura finita un pennello bagnato di acqua e questo fa sì che venga in superficie la parte di quel po’ di argilla che c’è naturalmente all’interno e che è un po’ più grigia, quindi si creano sfumature di colore leggermente diverse e questo dona un effetto ancora più realistico alla scultura».

Come fanno a restare integre per così tanto tempo?

«Non utilizziamo alcun tipo di colla. Tutto dipende dal metodo di compattazione, che prevede l’uso di casseforme in cui mettiamo la sabbia bagnata con l’acqua e pressata con delle macchine compattatrici. Se manteniamo le sculture al riparo da eventi atmosferici o atti vandalici, può rimanere integra anche per parecchi anni».

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