Prosecco Patrimonio UNESCO
La proclamazione è avvenuta nel 2019, a Baku (in Azerbaigian), in occasione della 43esima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco. I 97 chilometri quadrati di declivi vitati e di borghi della Sinistra Piave tra Conegliano e Valdobbiadene sono diventati l’ottavo sito veneto e il 55esimo sito italiano sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per la cultura. L’orgoglio del presidente del Veneto, Luca Zaia.

Presidente: cos’ha significato questa proclamazione?
«Il riconoscimento del massimo organismo mondiale per la tutela dei beni culturali ha consacrato il lavoro di un intero territorio, il laborioso gioco di squadra, creato tra istituzioni, esperti, produttori e abitanti, per identificare e far apprezzare al mondo intero identità, valori e caratteristiche di un paesaggio plasmato dall’attività agricola e che si è conservato integro e autentico attraverso i secoli. Aver realizzato questo sogno, e averlo fatto insieme, esalta la gioia della vittoria. Significa promuovere a livello internazionale un microcosmo fatto di natura e di cultura di attività rurali e di insediamenti storici che hanno plasmato in modo originale e inconfondibile i rilievi della Sinistra Piave».
Presidente, alla prima occasione che ci vedremo a Jesolo, uno spritz o un prosecco come aperitivo?
«In realtà io non sono un bevitore: la quantità che bevo di vino in un mese sarà una bottiglia. Generalmente bevo acqua naturale, ma non disdegno di assaggiare il prosecco. In ogni caso, venendo alla domanda, ricordiamoci che uno non può esistere se non c’è l’altro. Basti pensare che sull’etichetta dell’Aperol, dov’è indicata la ricetta dello spritz, non mettono “vino bianco” ma, appunto, prosecco».

Ma cos’ha il Veneto da riuscire ad attrarre così tanti turisti?
«È la regione più bella al mondo. In Egitto ci sono le piramidi? Noi abbiamo le Dolomiti. Negli Usa c’è la Monument Valley? E noi la costa. I veneti stessi non si rendono conto che in un’ora e mezza puoi, ad esempio, andare a sciare sulla Marmolada e poi andare a prendere il sole a Jesolo. Ricordiamoci che siamo tra i siti patrimonio dell’umanità».
Cosa consiglia ai giovani che vogliono lavorare nel mondo del turismo?
«Che davanti a loro hanno una prateria e di perseguire le loro passioni, senza ascoltare le loro previsioni. Ed amare il territorio: c’è chi parla di turismo come se parlasse di bulloni. E ricordiamoci di stupire l’ospite: il turismo vincente non è standardizzabile».