Vi ho fatto ballare. Ancora!

E’ stata una apoteosi. Come se, grazie a questo evento, Jesolo avesse ribadito il suo essere capitale del divertimento. Con tutti i dj, di ieri e di oggi. E con il marchio di qualità del grande Claudio Cecchetto. La festa “W l’Italia!” ha avuto il suo re.

Claudio, sei originario di Ceggia, quindi immagino che Jesolo l’hai vissuta.

«Questa è una città che conosco e che ho frequentato. Quando si voleva la vacanza di grande qualità, Jesolo era la meta scelta».

Ed ora ti celebra come eccellenza italiana e veneziana: cos’hai provato?

«La cosa mi ha fatto molto piacere. Poi, il fatto che ci sia stata una serata dedicata a me, con tutti i dj che hanno fatto la storia, per me è stato un grande onore».

E quando sono partite le note di Gioca Jouex sono saltati tutti in piedi a ballare, nonostante i suoi oltre 40 anni: ma com’è nata la canzone?

«Ricordo che allora lavoravo al Divina di Milano e notavo che, quando chiedevo alla gente di fare contemporaneamente lo stesso movimento, lo facevano e si divertivano. E così, quando è capitata l’occasione di fare un disco, non essendo io intonato, ho fatto proprio come in discoteca, suggerendo i movimenti. Il successo è arrivato il patron del Festival di Sanremo Gianni Ravera pensò di metterla come sigla. Pensate: tre serate, in apertura, con 20 milioni di spettatori. E’ stato il mio fattore “c”…».

Nel tuo libro dici che il talento è un dono ed il successo un mestiere: quanto dell’uno ci vuole per avere successo? E quanto di fattore “c”…?

«Eh, quest’ultimo ci vuole… Io ne sono l’esempio, perché l’ho avuto per due volte. In generale, comunque, una volta che hai individuato il tuo talento che, generalmente, è la cosa che ti piace fare, che non ti stanca, che faresti per 24 ore, lo devi coltivare. E’ come una piantina».

Oggi ci sono i talent show per dare spazio ai giovani, che ne pensi?

«Che va considerato che i talent sono stati creati principalmente come format televisivo, per cui sono in funzione di quello e non dei talenti. Servono i talent scout, persone che ti seguono passo dopo passo, personalmente. Io nella vita ho sempre fatto proprio questo».

Hai creato Radio DeeJay, Radio Capital ed ora il nuovo progetto Radio Cecchetto: perché?

«L’ho fatto principalmente per i dj, per tutti coloro che hanno già provato cosa significa trovarsi davanti ad un microfono e che magari ora sono in “crisi d’astinenza”, dando loro la possibilità di continuare a farlo. Poi è chiaro che penso anche al futuro, ai giovani, che oggi si sono un po’ allontanati dalla radio. E sapete perché? Perché non riescono a capire cosa ci sia di divertente nel fare la radio. Con Radio Cecchetto spero di farli riavvicinare».

E’ un progetto che guarda il futuro?

«In realtà per il futuro ho un’altra idea, che è quella di fare della radio il primo social. Così come in tanti hanno la propria pagina internet, vorrei si arrivasse che ognuno avesse la propria radio. Il futuro delle radio è nel web. Secondo me fra una decina d’anni succederà proprio questo. E diventerà il nuovo social dei giovani».

Hai scoperto e “lanciato” tanti talenti, oggi personaggi di grande successo: ti è stato riconosciuto, c’è stata gratitudine?

«La gratitudine esiste e devo dire che più il personaggio è intelligente e più è grato. Lì misuri anche l’intelligenza del personaggio. Il top, per dire, è Jovanotti».

Vedi in giro i nuovi, per esempio, Fiorello, Gerry Scotti, Jovanotti…?

«Ogni epoca ha i suoi fuoriclasse. Penso che il buon Dio non abbia terminato la formazione di talenti. Ora, dal mio punto di vista, Stefano De Martino crescerà: lo vedi che è adatto, ci sa fare. Tra i giovani, invece, secondo me da curare c’è Jody Cecchetto. E’ mio, figlio, è vero e come padre gli voglio bene; ma, a mio avviso, ha un quid in più».

I tuoi artisti hanno un punto in comune: la grande gavetta…

«E deve essere ancora così, è fondamentale. Il “tutto e subito” ti può anche capitare, ma poi devi approfittarne. L’esperienza, però, che significa tanta gavetta, è quella che ti insegna meglio cosa fare».

Giornalista professionista, da anni è corrispondente per il NordEst di RTL 102.5 (operando nei settori informativi della cronaca nera, bianca e politica ed inviato per la redazione sportiva dallo stadio di Udine) e de Il Gazzettino. E’ stato autore e conduttore di programmi televisivi di emittenti regionali. Segue uffici stampa, soprattutto in ambito turistico. Moderatore di convegni. Presentatore di rassegne di incontri con gli autori di importanza nazionale e internazionale. Da tre anni è direttore responsabile della rivista ViviJesolo.

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