Lettera a un foulard 

Da simbolo di rango militare in Cina, ad accessorio borghese nella Francia dell’Ottocento, il foulard ha attraversato secoli e culture, rimanendo protagonista discreto. È sempre stato uno strumento funzionale, usato per proteggersi dal vento o per detergere il viso dal sudore, ma con il tempo gli è stata data l’importanza che merita, riconoscendo il suo potenziale.  Dal secolo scorso il foulard – dal francese “panno leggero” – inizia ad essere associato a dive del cinema, come Audrey Hepburn, Sophia Loren e Brigitte Bardot, e a icone di stile come Grace Kelly e Jackie Kennedy. Diventa un vero e proprio accessorio di lusso. Le maison più importanti, come Hermès, Gucci e Chanel, lo rendono parte integrante delle loro collezioni, proponendo foulard in seta dipinti a mano, tramite i quali esprimere la propria creatività e rendere iconica la propria immagine. 

Nei primi anni Duemila perde una parte del suo appeal, ma torna alla ribalta nel 2025 come uno degli accessori più di tendenza.

Spopola sulle passerelle, sui social e tra le celebrities, proposto in mille versioni diverse. Hailey Bieber lo indossa abbinato ad un cappello da baseball, su TikTok le ragazze lo allacciano come cintura, durante i festival di musica house si annoda sul capo in stile retrò. Può essere messo come top, come gonna, usato per impreziosire una borsa o per acconciare i capelli. Offre infinite possibilità di styling, ed è un accessorio allo stesso tempo pratico e cool, che riesce ad elevare e personalizzare ogni outfit.

Il foulard ha un’anima ricca e poliedrica. È simbolo di femminilità ed eleganza senza tempo, è associato alle dive di Hollywood dal fascino misterioso e sfuggente, evoca gli ideali di libertà e ribellione degli anni ‘60 e ‘70. Pur essendo un semplice pezzo di stoffa riesce ad essere firma di identità e specchio del tempo. Da sempre attraversa le mode e le reinterpreta, proprio perché non è un semplice accessorio, ma una dichiarazione di stile intramontabile.