Musica e politica

Sappiamo quanto la musica possa renderci parte di un qualcosa, creare legami e farci provare emozioni.

Negli anni la politica non si è di certo fatta scappare questa preziosa opportunità.  A partire dalle campagne elettorali. Già da metà secolo scorso i candidati di tutto il mondo utilizzano brani musicali per creare una solida comunità che rispecchi i loro valori e messaggi. Negli Stati Uniti, ad esempio, è diventato comune per i candidati presidenziali scegliere canzoni da riprodurre nei comizi elettorali. John Fitzgerald Kennedy, a inizio anni ’50, aveva dalla sua parte un certo Frank Sinatra, detto non a caso “The voice”. Vittoria assicurata.

Un caso emblematico è quello di Bill Clinton che, durante la sua campagna del 1992, utilizzò “Don’t Stop” (“Non fermarti”) dei Fleetwood Mac come inno, simbolo di speranza e rinnovamento. Più recentemente, Barack Obama aveva l’imbarazzo della scelta: appoggi elettorali e musicali arrivarono da ogni dove, ma lui scelse “Signed, Sealed, Delivered I’m Yours” di Stevie Wonder, perfetta per trasmettere messaggi di inclusione e cambiamento. Stesso destino per Kamala Harris, nuova candidata dei democratici dopo la ritirata dell’attuale presidente Joe Biden che, per i suoi comizi, ha scelto Beyoncè.

Durante le ultime elezioni americane, numerosi musicisti hanno chiesto che le loro canzoni non venissero utilizzate nei raduni di Donald Trump. Tra questi, Neil Young, The Rolling Stones e Adele, che hanno pubblicamente dichiarato il loro disappunto per l’uso non autorizzato della loro musica, sottolineando un chiaro rifiuto di qualsiasi associazione con il candidato.

Dall’altro lato, la musica è stata spesso una potente voce di protesta e di cambiamento sociale.

Durante gli anni ’60, i brani di Bob Dylan e Joan Baez divennero veri e propri inni del movimento per i diritti civili e contro la terribile guerra in Vietnam. Canzoni come “Blowin’ in the Wind” e “We Shall Overcome” furono utilizzate durante le marce e le manifestazioni, diventando simboli di resistenza e speranza. Qualche anno più tardi, tutto il mondo cantava sulle belle note di John Lennon “Imagine all the people, Livin’ life in peace..”

I DNA CONSIGLIANO..

Per i più democratici: John Legend – Once Again

Per i più repubblicani: Kiss – Dressed to kill

Per i più astensionisti: Yungblud – Weird!

I DNA sono un trio acustico formato da Marta Piras alla voce, Davide Pasqual, voce e chitarra ritmica, e Nicolò Cibin, voce e chitarra solista. Formati nel 2014, propongono un vasto repertorio appartenente ad ogni generazione: dagli anni 60, fino agli ultimi successi. Il tutto riarrangiato in acustico e a tre voci.

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