Pegah Moshir Pour
Aveva 9 anni quando è arrivata in Italia, da Teheran, per un futuro migliore. Oggi ne ha 32 ed è una attivista e content creator, in prima fila per i diritti umani. La sua voce è diventata ancora più forte, dopo che le sue parole sono riecheggiate dal palco di Sanremo. Grazie al TedxJesolo (e ad Andrea Vidotti) l’abbiamo potuta ascoltare. E incontrare.

Pegah, prima volta per te ad un Ted?
«Ed anche prima volta a Jesolo: grazie a questo evento sto scoprendo un territorio bellissimo, molto accogliente, con persone straordinarie. E’ stata una bellissima scoperta».
Nella tua lotta per la difesa dei diritti umani, cos’è cambiato dopo Sanremo?
«Sanremo mi ha fatto entrare nelle case degli italiani e devo essere molto grata ad Amadeus per avermi dato questa opportunità. A lui, allo staff, alla stessa Rai: hanno capito l’importanza dei diritti umani, che in Iarn sono negati, soprattutto per le donne».
C’è il rischio che se ne parli sempre poco?
«Il rischio è che, per altri eventi internazionali, i riflettori su queste problematiche vengano in qualche modo spenti. Quindi bisogna continuare a parlarne. A settembre sarà un anno dalla rivoluzione; un mese molto importante, per cui speriamo che in tutto il globo si riesca a portare avanti la voce degli iraniani, che viene continuamente soppressa».
Ed anche in questo contesto sono ancora i giovani a portare avanti la lotta, come fai tu.
«Questo è il coraggio che hanno i ragazzi della generazione “x” e della generazione “z”».

Avevi fatto a suo tempo un appello alle università italiane: che risposte avevi avuto?
«Le università sono state molto accoglienti e aperte. Il mio appello è arrivato anche al Cug Nazionale e gli studenti iraniani sono stati inseriti nella lista “Scholars at Risk”, che sostiene e difende i principi della libertà accademica. La possibilità di studiare e di poter vivere è importante. E dobbiamo tutelare tutto questo a livello di diritti umani. Dobbiamo fare di più, smuovendo l’opinione pubblica e la politica attraverso i mass media».
Al TedxJesolo sei la speaker più attesa: più gioia personale o più tristezza per i problemi di cui ti occupi?
«Siamo nel 2023 e dobbiamo ancora parlare dei diritti basilari che tutti devono avere. Ma sono anche contenta di esserci, per portare la mia esperienza e il messaggio che, insieme, possiamo fare passi importanti».

Ma non sono problemi troppo grandi per una ragazza giovane come te?
«Abbastanza, però è una missione e la devo portare avanti»