Né vinti, né rassegnati, né indifferenti. Buon Natale!

Messo finalmente sotto controllo il Covid19, il nostro orizzonte si andava rasserenando. Il prossimo Natale avrebbe potuto corroborare la nostra speranza e la nostra determinazione. Invece tutto sembra tornare in discussione. La guerra in Ucraina, infliggendo lutti e sofferenze, rimette in discussione gli equilibri e la sicurezza del mondo intero. L’emergenza ambientale è prossima al punto di non ritorno. La crisi energetica morde la carne viva delle nostre famiglie. Basta e avanza per sentirsi con le spalle al muro.

Ma questo cosa c’entra con il Natale? Nulla. Tutto.

Ma chissenefrega, dirà l’immancabile furbetto. E le lucette intermittenti, il panettone e lo spumante gli serviranno non per far festa, ma per stordirsi.

E’ la scelta dell’indifferenza di chi si mette ai margini della vita pretendendo, però, che qualcun altro gli trovi una via d’uscita. Ma ci sarà chi avverte che la situazione lo chiama in causa. E non si sottrae, spinto dalla forza della sua dignità. E cercherà anche nella terra più arida il germoglio, minuscolo ma con una straordinaria potenzialità di vita. Se lo si coltiva. Per i cristiani il Natale è questo: il germoglio di una vita nuova che ricomincia sempre daccapo, rinnovando uomini e cose. E’ una sfida che si propone ad ogni uomo, a prescindere dalla sua sensibilità culturale e religiosa: non darsi mai per vinti, né rassegnati, né indifferenti. La chiave sta in una parola che non ha confini di alcun genere: Amore. Ha la forza di ispirare la vita di ciascuno. Invece è parola talmente abusata da sentirsi sciocchi e banali solo a pronunciarla. Eppure abita tra noi. Ci basterebbe abbattere il mito di sè.

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Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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